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By gynepraio3 Febbraio 2014In MoviesPersonale

sorelle

Venerdì ho visto al cinema “I segreti di Osage County”; sabato, a casa, ho visto “Rachel sta per sposarsi”, un film del 2008.

Che stanchezza, gente, che stanchezza. Le due pellicole sono diverse ma molto corali e prendono il via da una riunione di famiglia: il funerale del padre, il matrimonio della primogenita. Tantissimi dialoghi, diverbi, recriminazioni. Si alza la voce, ci si interrompe, si rivanga, si piange e ci si manda a cagare in continuazione. Meno di 2 ore caduno, e alla fine ero esausta, a riprova che la mia concentrazione è andata a ramengo da quando ho finito gli studi, ho cominciato a lavorare da dipendente e a ragionare per compartimenti stagni (=spento il pc, spenta la testa). Ma soprattutto da quando mi avvalgo di social network nazional popolari fonti di informazione fruibili in modo discontinuo, superficiale, parcellizzato e sintetizzato in 140 caratteri, anziché tenere il culo incollato alla sedia e la testa curva su saggi di centordicimila pagine.

Che inferno, gente, che inferno. L’idea con cui ti alzi dalla poltrona è che la famiglia sia la fiera del risentimento, del senso di colpa, della gelosia, del giudizio gratuito, del non detto. Ciao ciao, nido, calore, accoglienza, affetto incondizionato. Di rispetto, manco l’ombra. Genitori disfunzionali: in un caso ammalati, suicidi, drogati, nell’altro semplicemente freddi e ipocomunicativi. Intorno, figlie infelici, rancorose, pronte a rinnegarsi a vicenda. Delle sorelle-non-sorelle.

Che sforzo, gente, che sforzo. Per me, figlia unica, capire che cosa significa avere sorelle. Io sono una figlia unica, molte delle mie amiche sono figlie uniche. Non mi ricordo di essermi sentita penalizzata o aver mai chiesto ai miei genitori di farmi un’altra bambina. Quando andavo delle mie amiche che avevano sorelle, mi sembrava affascinante quel loro dividere l’armadio, quel tiranneggiarsi e coprirsi reciprocamente. Poi, però, tornavo ad una casa dove non dovevo discutere e dove c’era una mamma tutta per me, che sapeva cosa volevo ancora prima che lo dicessi.

Che peccato, gente, che peccato. Io ero bambina, mica lo sapevo com’era dura tagliare il cordone ed emanciparsi dalla famiglia. Mica potevo immaginare come un passato da figlia unica condiziona il tuo futuro di adulta. Non aver mai veramente battagliato per avere attenzione ti porta a pensare che l’empatia e la comprensione siano dovute. Non condividere ti rende eccessivamente indipendente, responsabile. Maschile, per certi versi.  Avere una sorella t’insegna a fare fronte comune contro i figli dei vicini di casa maneschi, i matusa tiranni, i maschi crudeli. La sorella è un altro modello femminile, che non è tua madre ma a cui vuoi bene uguale. La sorella partecipa con te al processo di inversione dei ruoli, quando i genitori si rincoglioniscono invecchiano, diventano fragili e bisognosi di attenzioni. Non pensavo di arrivare a dirlo, ma adesso vorrei tanto una sorella.

Per quelle poche anime pie cui interessano le mie critiche, due parole sui film.
-Nel cast di “I segreti di Osage County” ci sono Meryl Streep (un po’ fuori dalle righe durante i deliri da psicofarmaci, ma potrebbe essere colpa del doppiaggio), Julia Roberts, Juliette Lewis, Ewan McGregor (anche se poteva non esserci, visto che, se l’avessero vestito a fiori si sarebbe ben mimetizzato con la tappezzeria), quindi fare un brutto film era abbastanza difficile: infatti, è bello. Si vede che è l’adattamento di una piéce teatrale, perché i dialoghi soverchiano gli eventi. Onnipresente e fondamentale, la famigerata afa estiva delle praterie americane, vero e proprio anxiety booster. La mia delusione è stata Abigail Breslin, che ai tempi di Little Miss Sunshine aveva 10 anni, era simpatica e tenera. Adesso ne ha 18 e in questo film non è più simpatica né tenera.

-Rachel si sforza di essere protagonista del suo giorno: ha riempito la casa di parenti, amici e musicisti, per dimostrare che a lei vogliono tutti bene. Sposa un ragazzo afroamericano perché -ovviamente – lei non ha pregiudizi. Tutti la lodano, la sostengono, la ammirano per la sua saggezza e tenacia. Per mantenere la scena, sgancia anche un paio di bombe: “Tra l’altro ci trasferiamo alla Hawaii”, “Ah già, sono pure incinta”. Ma se io fossi stata un’invitata, mi sarei infilata nel giardino sul retro a fumarmi una canna con Kym, la sua egocentrica sorella tossicodipendente. Sorry, ma son fatta così.

svgche possiamo farci
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svgvelocità di crociera #2

13 Comments

  • Carrie

    Febbraio 3, 2014 at 10:10 am

    Tu sei in gamba, giovinastra, e te la cavi egregiamente con l’empatia e il resto… Però debbo dire che, nonostante epiche litigate ed epiche gelosie reciproche, sono sempre stata felice di possedere (io sono la maggiore, quindi è un po’ mia!) una sorella.

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    • gynepraio

      Febbraio 3, 2014 at 11:00 am

      Tu gelosa? Non ero pronta, scusa.

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      • Carrie

        Febbraio 3, 2014 at 11:23 am

        Addirittura?! Beh, in passato, quando eravamo piccole un po’ si… È normale. Quelle cose tipo: solo perché lei è più piccola non le dici niente.
        In realtà era normale, si erano già fatti le ossa con me!

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  • cineclan

    Febbraio 3, 2014 at 10:30 am

    Io ne ho due di sorelle e sono ancora indecisa sulla questione…forse perché sono io la sorella maggiore…

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    • gynepraio

      Febbraio 3, 2014 at 10:59 am

      In effetti io avrei preferito essere la piccola, ma ho visto alcuni casi in cui i ruoli erano intercambiabili.

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      • cineclan

        Febbraio 3, 2014 at 12:28 pm

        Nel mio caso ti sarebbe convenuto essere la piccola…diciamo che i miei sono sempre stati molto “responsabilizzanti”…

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  • 5sisters1bro

    Febbraio 3, 2014 at 11:41 am

    Noi di sorelle siamo in tante e sì, una sorella è come un’amica che sei sicuro non scapperà mai, che per quanto ci litighi resterà lì per te, eppure anche avendo tante sorelle rimane l’aspetto della ricerca dell’indipendenza, quel cercare di scoprirsi per come si è al di là dell’appartenenza ad un gruppo e per quanto si possa essere vicini, ci saranno sempre i momenti di solitudine o di incomprensione. Non devi esserne gelosa, sono ambienti diversi da cui partire per affrontare la vita ma non è detto che uno sia migliore dell’altro, l’importante è riuscire in ogni caso a trovare un modo per essere felici, secondo me.

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    • gynepraio

      Febbraio 4, 2014 at 9:30 am

      Penso che vi siate fatti tante risate, e questo è già sufficiente a convincermi che hai ragione!

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  • Pinocchio non c'è più

    Febbraio 4, 2014 at 8:39 am

    Ecco, da figlio unico, nipote unico ecc ecc dico che ogni tanto mi piacerebbe avere un fratello (o sorella), giusto per combattere insieme alcune battaglie che da solo non riesco a vincere (o comunque non che non ho vinto in passato). Detto questo, sto convincendo mio padre ad adottarmi una sorella…cubana…di 25 anni…, il problema sembra essere mia madre…l’unica volta che ha adottato qualcuno è stato quando ha preso un criceto di 5 chili, ma a vederlo così non sembrava cubano.

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    • gynepraio

      Febbraio 4, 2014 at 9:30 am

      Pino, invece di volere una sorella, pensa a farne una a tua figlia. Ti do qualche mese, forza.

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      • Pinocchio non c'è più

        Febbraio 4, 2014 at 1:11 pm

        Un pò di tempo fa aveva manifestato desideri di fratellanza, è bastato farla ragionare sulla possibilità di minori attenzioni dei genitori nei suoi confromti, giocattoli da dividere e notti insonni…così lei ha spontaneamente optato per un cucciolo di cane…quindi da un paio di anni abbiamo un quadrupede che scodinzola per casa. Mi pare un giusto compromesso.

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  • siboney2046

    Febbraio 4, 2014 at 9:47 pm

    Io ne ho due, una maggiore e una minore. E mi sento fortunatissima: da piccola magari storgevo il naso perché non ero l’unica cocca di mamma, ma adesso ho capito che una sorella è qualcosa che nessuno può portarti mai via!

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