Viaggi 18
2 giorni a Torino
Se volete trascorrere 2 giorni a Torino, io suggerisco di fare molte cose in centro e una sola cosa fuori città pescando dalle categorie che ho creato qui sotto. Siccome io non sono fan dell’ansia e dei piani troppo stretti, ho cercato di includere molte attività “contemplative” che permettano di apprezzare le bellezze cittadine con lentezza. D’altro canto, stare in coda non rientra tra “bellezze cittadine” quindi il mio primo suggerimento è di procurarsi preventivamente questa tessera che vi darà accesso a tutti i musei e prenotare le relative visite. Se invece prevedete un weekend totalmente outdoor -peccato, eh- non sarà necessaria alcuna tessera.
Quelli che dicono che quando viaggiano amano perdersi per le viuzze della città che stanno visitando li aspetto sempre al varco qui a Torino: una pianta romana che non si perde neanche un lattante -scusa Bologna, ne hai di strada da fare- e certi viali a 8 corsie larghi più dell’Autosole. Questo per dire che è una città comoda, toponomasticamente facile da dominare: siccome io amo fare delle piccole pause ogni tanto, e spesso a Torino fa freddo, ho introdotto in colore verde dei Pit Stop, cioè dei locali dove fermarsi a fare pipì e consumare una piccola specialità.
In quasi tutti i casi ho incluso gli indirizzi fisici, i link ai siti dei locali o alle loro pagine Facebook ma vi ricordo il caro vecchio acronimo JFGI, ovvero Just Fucking Google It. Se dal 1997 vi state sognando dei peperoni con la Bagna Caoda e non intendete ritornarvene al Paesello senza averne mangiati a chili, prenotate prima il ristoranti: siate intelligenti e applicatevi anche, amici.
2 GIORNI A TORINO: I MUSEI IMPERDIBILI o unici nel loro genere
- Museo del cinema + salita alla mole Antonelliana, per apprezzare la vista dall’alto della città

Eccola qui!
Gitarella a Govone, AKA il magico paese di Natale
La frase “sei un accollo quando si tratta di Natale”, in tutte le sue più o meno colorite declinazioni, mi viene ripetuta da sempre. Da quando vivo sola, liberatami dal giogo laico, anticonsumista e -diciamolo- pure un po’ comunista dei miei genitori, mi sono dotata di un crescente e a tratti vergognoso numero di gadget per la decorazione domestica. Abete da 2 metri con puntale visibile da Marte, vari set di decorazioni per albero in diverse sfumature di kitsch, decorazione per la porta d’ingresso, catene con giochi di luce à la Stranger Things, presepe in ceramica con Gesù bambino che sfoggia un poncho peruviano, svariati kit per creare calendari dell’avvento.
Figuriamoci se quando mi hanno proposto di visitare il Magico Paese di Natale non ho annullato tutti gli impegni. Il Magico Paese di Natale è una manifestazione che da 11 anni si svolge a Govone (CN), un piccolo comune a poco più di 1 ora da Torino che nei weekend compresi tra il 18 novembre e il 26 dicembre diventa teatro di un villaggio a tema natalizio. La cittadina, che si trova su una collina, si presta particolarmente all’atmosfera sognante del Natale: c’è un castello sabaudo, ci sono le salite, un parco pieno di alberi secolari, le strade di acciottolato dove le auto non passano.

Il castello di Govone
Ad esempio a me piace la Calabria
Quando sono nata, i miei genitori hanno comprato una casetta al mare. Non so se l’hanno comprata per me, o per sé. Più probabilmente mio padre si è infiammato all’idea -come si infiamma per qualsiasi idea- di avere un buen retiro per le vacanze. Adesso che ho un bambino anche io, lo capisco: un nuovo nato significa appendere lo zaino Decathlon al chiodo e studiare un soggiorno a misura di famiglia.
Noi piemontesi, tipicamente, acquistiamo seconde case in Val di Susa (se amiamo la montagna) o nella riviera Ligure (se amiamo il mare). I più fortunati dispongono di entrambe le opzioni: con un bilocale a Ulzio e uno a Finale sei a posto tutto l’anno. Scuola sci natalizia, settimana bianca a fine febbraio, grigliata di Pasquetta, ponte dal 25 aprile al 1 maggio, un po’ di weekend abbronzanti tra giugno e luglio, agosto al mare con i genitori, settembre in montagna coi nonni -giusto in tempo per finire i compiti delle vacanze, che in città fa ancora caldo-.
Questi ragionamenti, ovvi ma sensatissimi, dovettero apparire terribilmente (altro…)
3 settimane in Messico: antropologia (parte 2)
Dopo una prima parte -più utile e seriosa- dedicata all’itinerario delle mie 3 settimane in Messico, ecco finalmente quella cazzara dedicata alle osservazioni antropologiche.
IL BRULICARE DI PICCOLI BUSINESS
Città del Messico è una città feroce: ha 9 milioni di abitanti Approfittando di buchi legislativi e della creatività che solo la povertà ti sa dare, ad ogni piè sospinto si incontrano venditori ambulanti di qualsiasi cosa. I miei favoriti erano i banditori dei metro, solitamente ragazzi, che nel tempo di una fermata cercavano di vendere la propria merce nel vagone. In 2 giorni e mezzo a Città del Messico, ci sono stati presentati i seguenti articoli: fischietto in grado di produrre oltre 20 suoni diversi, caramelle per la gola, corsi di informatica, kit di 3 accendini, chewing gum 18 confetti, video per bambini per tablet, figurine Minions, arachidi, penne colorate, mix frutta secca+essiccata, album da colorare, gallette all’amaranto, cd musica pop, barrette di miglio e frutta secca, pettine con relative custodia. Ma dimenticatevi le questua dei nostri ambulanti! Si trattava di argomentazioni solidissime, tipo (altro…)
3 settimane in Messico: itinerario (parte 1)
Eccoci finalmente con la prima parte del post sulle 3 settimane in Messico, quella dedicata all’itinerario. Come al solito, io non amo particolarmente i travel blog, quindi non sarà una cronistoria di ciò che ho fatto. Basterà dire che abbiamo strutturato i 22 giorni di viaggio, inclusi i voli, lungo 9 tappe, la maggior parte delle quali concentrate nei primi 15 giorni. Siamo partiti da quello che viene solitamente suggerito di fare (es. Itinerari classici di avventure nel mondo, Turisti per Caso, Lonely Planet) aggiungendo la tappa di Puebla e scegliendo una località di mare in più. Rispetto all’idea originale, abbiamo rimosso una tappa perchè non necessaria e quindi abbiamo guadagnato un giorno di mare. In ogni caso, a servizio di chi volesse fare un viaggio simile, ho fatto un programma pronto per il download.

No, non sono della Vergine. No, prima di partire l’excel comprendeva solo 2 colonne. Sì, l’ho completato e arricchito solo per voi. No, non dovete ringraziarmi.
Qui in pdf: scheduling_messico
SPARTANO. Poichè noleggiare un’auto per tutto il periodo sarebbe stato troppo costoso, ci siamo spostati internamente con (altro…)
Messico, ovvero Gynepraio goes latina
Sabato 25 luglio parto e torno a Torino il 16 agosto. Vado in Messico, anche se dopo questo post non mi converrebbe tanto, eh. Come nelle migliori tradizioni, la settimana pre-partenza è costellata di rogne lavorative, impegni sociali, acciacchi che hanno richiesto l’intervento di un team di osteopata+fisioterapista, nascite di nipoti, ritorni di genitori, clima e temperature pestilenziali e tante, tante coloritissime parolacce. Insomma, non ho ancora mangiato un solo jalapeño e già mi brucia il culo.
messico: Cosa è stato fatto?
- leggere la guida, ma velocissimamente, come faceva Supervicky (voi-sapete-chi)
- elaborare un programmino excel a scopo puramente ansiolitico (io)
- comprare l’Imodium (voi-sapete-chi)
- brevettare un interessante&innovativo packing method (io)
- prenotare le prime 2 notti a Città del Messico (io)
- delinare innumerevoli e nerissimi pronostici su quanto litigheremo in viaggio (voi-sapete-chi)
- annunciare alla mia amica Pilar che in una data generica compresa tra il 28 e il 30 luglio le faremo visita (io)
Folgorazione Copenhagen
Con questo post di qualche mese fa credo di aver reso nota la mia posizione nei confronti della maggioranza dei Paesi del mondo: bello, ma non so se ci vivrei. Ho l’impressione che a idealizzare altri Paesi -badate bene, non a esprimere apprezzamenti o preferenze- siano sempre le persone che tendenzialmente non hanno viaggiato o che non hanno mai vissuto da nessuna parte.
Non difendo a spada tratta nessun luogo, ma questo non m’ impedisce di invidiare apprezzare lo stile di vita di altri Paesi Europei, e di parlarne con desiderio. Ma non in forma di diario di viaggio, oh no! Se tra i miei favoriti non c’è neppure un travel blog, un motivo c’è: li trovo noiosi come una Quaresima di pioggia. Non è mai transitata per questo cervello l’idea di scrivere un crono-racconto o una raccolta di consigli: solo poche idee, ma ben confuse.
Il viaggio non è iniziato benissimo, perché (altro…)
Alla conquista dell’Olanda
Io l’avevo detto qui, che si sarebbe fatta una scappata in Olanda per festeggiare tardivamente i compleanni. Il viaggio è iniziato sotto un’ottima luce, la stessa che ho immortalato in un selfie che il mio professore di arte del liceo ha immediatamente accostato all’estasi di Santa Teresa (a suo parere più trombata che illuminata). Amsterdam è una città in cui ero già stata da bambina, di cui ricordavo solo il freddo atroce, le aringhe crude con lische e coda e gli anatemi di mia madre all’indirizzo dei ciclisti colpevoli di intercettare la sua traiettoria. Questa volta la temperatura era accettabile, l’aringa l’ho mangiata solo una volta e gli insulti dei turisti li ho subiti io visto che abbiamo girato quasi sempre in bicicletta. Siccome non ci si rimangia la parola e qui avevo detto che trovo i diari di viaggio noiosi come una quaresima di pioggia, mi sono limitata alle solite 3 illuminazioni, sempre per restare in tema con la Santa Teresa. (altro…)
velocità di crociera #2
Per chi si fosse perso questo post, i miei genitori sono tornati dalla crociera che ha segnato il loro definitivo ingresso nel mondo della terza età. Pensavo non avrebbero avuto nulla da lodare o da infamare, ed invece sono venuti fuori interessanti risvolti della loro vacanza.
Ad ogni pasto-buffet o servito, non conta- sono disponibili montagne di prugne cotte. Ma badate bene, non secche come le Sunsweet, ma sciroppate e immerse in una broda violacea che mio padre sorbiva a cucchiaiate sotto gli occhi schifati degli altri commensali. Questo vi induce scontate riflessioni sull’attività peristaltico-intestinale degli ospiti della Carnival Freedom? Vi chiedete se gli angusti bagni di una nave da crociera siano idonei a supportare e accogliere tutta questa produzione? La risposta di mio padre è SI’ e ce lo dimostra con una fototestimonianza dei suddetti gabinetti. (altro…)
velocità di crociera
Sapevo che il processo di invecchiamento imborghesimento dei miei genitori avrebbe raggiunto sempre nuove e raccapriccianti vette. Si sono comprati il navigatore satellitare. Addirittura un Blackberry tablet, negli ultimi giorni. Prendono gli Omega3.
All’appello mancava solo lo sdoganamento finale, l’esperienza massima, sì, proprio lei: la crociera ai Caraibi. Una settimana. Partono sabato da Fort Lauderdale. Solito giro. Tanti sorrisi, personale di servizio col grembiulino bianco, specchi ovunque, passerelle rosse.
Quando me l’hanno comunicato, ho fatto uno sforzo immaginativo fortissimo cercando di figurarmeli a bordo. Niente, non mi riesce di pensare a due persone meno idonee. E in effetti, lo riconoscono anche loro. (altro…)