Baby 34
Life Skills e come impararle con KidsLove
Post realizzato in collaborazione con KidsLove
Non nutro molte paure su Elia-bambino: adesso che è più o meno passata la fase sbatto-la-testa-contro-qualsiasi-spigolo-procurando-infarti-a-mia-madre mi sorprendo raramente a pensare che possa soffrire fisicamente, o che io debba stare al suo capezzale sperando che guarisca. Una fiducia nel futuro abbastanza strana: in fin dei conti, c’è solo una pandemia in corso. Invece, mi si stringe immediatamente il cuore immaginando Elia-ragazzino o Elia-adolescente, nelle fasi in cui la sua vulnerabilità e influenzabilità saranno ai massimi livelli. Ne ho persino parlato con la mia psicologa, la quale sostiene che si tratti di un limite della mia autostima e che ci dobbiamo lavorare ancora -cioè la cosa che mi dice ogni settimana da oltre 2 anni, forse dovrei farmi delle domande-.
È per questo che quando sono stata contattata da KidsLove e ho approfondito il tema delle Life Skills (e tutte le ricerche che ne supportano l’importanza) mi si sono rizzate le orecchie.
Andiamo con ordine: KidsLove è un brand di Liscianigiochi, un grande gruppo specializzato in giochi e giocattoli educativi made in Italy. Tra i vari prodotti sviluppati da KidsLove, troviamo la linea Life Skills: una serie di giochi la cui finalità, oltre al divertimento, è (altro…)
Essere genitori, essere sfigati
In questo periodo mi sento quasi in colpa per il fatto che, se qualcuno mi chiede come sto, rispondo “bene”. Poi, subito dopo, ritratto dicendo “bene, date le circostanze, ovvio”. Il punto è che dopo tanti mesi senza senso, prevedibilità, ritmo, routine, ho accolto con gratitudine la parvenza di normalità estiva e la ripresa della scuola. Eppure.
So che per chi non ha figli -e forse tra chi mi legge molti non ne hanno- la prossima frase sembrerà una boutade, ma credetemi, non lo è: l’intero funzionamento della nostra macchina famigliare si regge sul presupposto che mio figlio non si ammali e possa frequentare la scuola un numero ragionevole di ore al giorno per permettere a me e a suo padre di lavorare. Ma non solo: anche per darci quel respiro o di distacco che ci consenta di essere (altro…)
Il tabellone delle attività per bambini
Il tabellone delle attività non avrebbe fatto il suo ingresso in questo appartamento se la pandemia di Covid-19 non avesse comportato la chiusura delle scuole torinesi da lunedì 24 febbraio. Questo significa che sono esattamente 3 mesi che mio figlio è a casa con noi genitori: dapprima quasi solo con me, poi da marzo anche con suo padre. Che voglia di menare quelle persone, o meglio quelle pagine Facebook in cui un certo soggetto che non nominerò scrive senza pudore che la scuola è un’istituzione superflua, una fabbrica dell’infelicità, un parcheggio per infanti o peggio ancora un ripiego: la vita di mio figlio, se va a scuola, è migliore e più felice. Viva la scuola, viva gli insegnanti, viva la socializzazione.
Tuttavia, questa fase -così impietosa nei confronti dei genitori lavoratori- mi ha messa di fronte ai miei limiti: l’assenza di pazienza, una maniacale intolleranza per il disordine, l’assenza di iniziativa e creatività. D’altro canto, questa condizione di noia e isolamento ci ha spinti a tirare fuori alcune risorse, principalmente collaborazione, capacità di adattamento e inventiva, che forse sarebbero rimaste sopite per sempre. All’inizio vedevo tutto nero e notavo le piccole -ma numerose- regressioni di Elia mentre ora, con un occhio un po’ più attento e meno pessimista, ho notato anche alcune forme di avanzamento e crescita: gioca da solo anche per 40 minuti, è progredito notevolmente nel vocabolario, nell’espressione verbale delle emozioni. Ma anche io sento di aver guadagnato qualcosa: (altro…)
Inglese per bambini: il programma Kokoro lingua
In queste ormai 5 settimane senza scuola di cui ben 2 in totale isolamento mi sono sentita contenta di me ben più spesso di quanto pensassi. Ma più che della mia ricchezza di risorse, mi piacerebbe parlare di quella di mio figlio. Sebbene mi renda conto che bearsi della prole è un atteggiamento fastidioso -e sono io la prima a trovarlo tale quando lo riscontro negli altri- scriverò comunque le prossime righe come promemoria per quando avrà 15 anni e sarà imbruttito da un’ombra di baffi, nonché scontroso come un capriolo di montagna.
In queste settimane è stato allegro e collaborativo, tranquillo e sereno. Nonostante le mie manifeste difficoltà dinanzi a tutta questa condivisione di tempi e spazi (ricordo che frequenta una qualche forma di scuola full-time dai 7 mesi di vita), all’insofferenza per non riuscire a lavorare e alla difficoltà nell’inventare ogni giorno attività ricreative, è stato sempre dolce e a volte anche docile. Mi ha regalato un sacco di risate e piccoli stupori: ha lucidato nicchie, lavato vetri, scolpito palle di pongo. È diventato un orgoglioso fruitore di water, un lavatore matto di mani, un impastatore di passatelli. Un giorno ha aperto una scatola e si è messo a fare un puzzle da solo. Inspiegabilmente, visto che detesta i puzzle.
Ma siccome la mia fissazione per la produttività non si ferma certo davanti a un virus, abbiamo anche iniziato Kokoro Lingua, un programma per imparare l’inglese. Che dirvi? A me piace, come in generale mi piacciono le (altro…)
Libri in 3 parole: Naturalmente Intelligenti
Naturalmente Intelligenti di John Medina fa parte di una serie chiamata “Brain Rules”, interamente dedicata a esplorare il funzionamento del cervello nelle varie fasi della vita (infanzia, età adulta e terza età). Questo saggio vuole essere d’aiuto a genitori ed educatori nell’incanalare gli sforzi e selezionare adeguatamente le azioni da compiere per allevare bambini intelligenti: perché sì, nella storia della pedagogia e della puericultura sono stati messi a punto molti metodi ed escamotage, ma solo alcuni di essi si sono rivelati davvero efficaci. L’autore non è un medico né un educatore, ma un biologo molecolare che si è dedicato a studiare i geni coinvolti nello sviluppo cerebrale e nei disordini psichiatrici. Ha fondato istituzioni, ne dirige altre, ha collaborato con le più prestigiose istituzioni ma credo che la sua biografia sia d’aiuto a capire i capisaldi del suo approccio: lo studio della genetica e dell’evoluzione, la biologia del sistema nervoso e la statistica. L’approccio di Medina prende in considerazione gli unici studi epidemiologici realizzati su vasta scala che hanno evidenziato risultati concreti, reali correlazioni e rapporti di causalità. Il tutto raccontato con un linguaggio semplice e ricco di contributi personali perché sì, John Medina è anche un papà.
naturalmente intelligenti: la storia
Naturalmente intelligenti è un manuale e non un romanzo, quindi più che di storia parlerei del contesto in cui è nato: quello statunitense, dove la sicurezza economica, in assenza di un sistema previdenziale e di ammortizzatori sociali, è raggiungibile solo grazie a un lavoro ben pagato. Negli USA, i lavori ben pagati sono riservati a chi consegue una laurea: oltretutto, il prestigio dell’istituzione universitaria determinano in maniera molto più che probabilistica lo stipendio dei laureati e quindi la loro sicurezza economica. Tradotto in italiano, è nell’interesse di qualsiasi genitore americano che i suoi figli siano (altro…)
“Bastava chiedere!”: il carico mentale
Il 20 febbraio 2020 è uscito Negli ultimi giorni è uscito “Bastava chiedere! Dieci storie di femminismo quotidiano” della fumettista francese Emma, sorprendentemente edito da Laterza quindi una casa editrice non votata al genere comics, con prefazione di Michela Murgia. Per una volta sono stata anticipatrice perché l’avevo già in parte letto nel 2017, ricorrendo al poco francese che conosco, recensendolo e scrivendo un po’ di pensieri in merito.
BASTAVA CHIEDERE: IL CARICO MENTALE SECONDO ME, NEL 2017
Credo di aver vissuto tra giugno e luglio la cosa più simile a un tracollo nervoso che mi sia mai capitata. Ho spiegato, con la verbosità e dovizia di dettagli che contraddistingue i miei sfoghi, a diverse persone perché mi sentivo così. Da molte di esse ho ricevuto affetto, vicinanza, solidarietà -e probabilmente pietà, perché ho pianto molto e inopportunamente- che ho apprezzato tantissimo. Sono certa che altrettante persone hanno pensato che esagerassi, che sono una debole con manie di persecuzione e una teatrale tendenza a simulare il martirio. Atteggiamento, quest’ultimo, del quale mi scusavo pochi minuti dopo perché possa un asteroide colpirmi se io sono tra quelle menagramo che (altro…)
Attività per bambini dai 3 anni in su
Scrivo questo post sulle attività per bambini dai 3 anni in su per esplicita e disperata richiesta popolare e non perché mi senta realmente competente sul tema. Un anno e mezzo fa avevo scritto un altro post su come intrattenere i bambini e da allora alcune cose sono cambiate, altre sono rimaste uguali: il piccolo ha scoperto gli schermi e i libri, che al tempo non gli interessavano. Anche io su alcuni fronti sono migliorata: ho imparato a comunicare un po’ meglio con lui, a risolvere dubbi e domande con un linguaggio adatto.
Sono anche diventata un filino più paziente, non molto eh, ma quello che serve a tollerare i suoi momenti più esasperanti senza adirarmi troppo: all’alba dei 3 anni e mezzo, siamo riusciti a trovare una quadra per la routine mattiniera e serale lavorando su un trade-off molto interessante (che possiamo riassumere come: hai notato che se ci vestiamo in 5 minuti te ne rimangono 20 per giocare liberamente prima di andare a scuola?)
Quando in “Storia di un matrimonio” Charlie enumera i pregi della moglie Nicole, dice “È una madre che gioca, gioca davvero”. Ecco, di me questa cosa non la sentirete mai dire perché a me non piace giocare con i bambini, nessun bambino, nemmeno il mio. A me piace “fare cose” con lui: andare al cinema o a teatro, visitare un parco, provare una gelateria, leggere un libro o mungere una mucca, specialmente se si tratta per entrambi di prime volte e c’è una piccola emozione comune tutta nostra. In questi casi mi diverto autenticamente, sono molto presente nel momento e pertanto ricerco attivamente questo tipo di esperienze. Ma, ogni volta che apriamo l’armadio dei giochi, simulo entusiasmo, sì, esatto, lo ammetto, fingo come quelle mogli che vogliono compiacere il marito attempato ma preferirebbero starsene sul divano con la maschera in faccia a leggere un Harmony. In questo non sono cambiata, rispetto a qualche tempo fa, ma, come qualche tempo fa, mi faccio coraggio e gioco ugualmente.
Ho anche notato alcune dinamiche: al mattino e fino a metà pomeriggio Elia gioca da solo, dalle 17.00 in poi mostra maggiore bisogno di attenzione, giustamente quando sono più stanca e avrei bisogno di un tagliere di formaggi francesi e un calice di vino. In attesa di insegnargli a prepararmi l’aperitivo, ecco come ci si intrattiene da queste parti.
Attività per bambini 3+: intrattenimento multimediale indoor
audiolibri. La migliore scoperta da qualche mese a questa parte: ce ne sono su Spotify quindi reperibili gratuitamente, ma soprattutto su (altro…)
Come ti cambia la maternità
Durante le sessioni di Q&A una delle domande che mi vengono rivolte più spesso è “come ti cambia la maternità?”. Io di solito metto una foto di me con un trattore, come paradigma dell’impensabile: l’amore materno mi ha portata a fare una gita domenicale in una fattoria e appoggiarmi contro un trattore infangato.

Io che rido vicino a un trattore, parliamone
Tutti danno per scontato che avere un bambino, in qualche modo, ti cambi. Quello che non ti dicono è che sotto sotto, nelle segrete della loro anima, in un posto dove credono che nessuno riesca ad arrivare, pensano che tu sia cambiata in peggio. Però, siccome è un cambiamento quasi fisiologico, un po’ come il metabolismo che dopo i 50 rallenta, si sforzano di non far trapelare questo giudizio morale, o non (altro…)
Come far mangiare la verdura ai bambini
Post scritto in collaborazione con Cortilia.
La mia esperienza di mamma-cuoca ha visto ridurre progressivamente l’introito di verdure consumato da mio figlio: siamo partiti molto bene, per arrivare a un rifiuto quasi totale e infine a una re-introduzione di alcuni vegetali scelti (zucchine, fagiolini e carote) e solo opportunamente cucinati. So che questa è una parabola abbastanza comune e non mi preoccupo particolarmente, considerato che mangia molta frutta e che mi sembra piuttosto sano. In aggiunta a questo, mi sono anche persuasa che alcuni bisogni sono tipici degli adulti e che forse, semplicemente, i bambini li avvertono dopo. Chiaramente non mi riferisco al bisogno di assumere vitamine e sali minerali, ma alla necessità di variare quotidianamente piatti, colori e sapori: io, Valeria, amo mangiare tutti i giorni cose diverse ma mio figlio è affezionato alla routine e probabilmente non avrebbe niente da ridire se gli servissi 3 volte di seguito la stessa pietanza. Quindi non lo voglio forzare, ho i miei piatti-pigliatutto a base di verdura e ogni tanto ci riprovo infilando nella dieta qualcosa di diverso.
Ho avuto il piacere di parlare con Silvia Garda, una mamma mia concittadina che vanta una straordinaria esperienza nel campo dello (altro…)
Giochi per intrattenere i bambini 0-3 anni
Dopo un sondaggio informale su Instagram, ho prodotto questo post sui giochi per i bambini piccoli che -a mio parere e secondo la mia esperienza- svolgono le funzioni fondamentali che ogni gioco dovrebbe espletare: divertire (metterli di buon umore senza frustrarli né istupidirli), educare (rendere il gioco libero una occasione di apprendimento) e intrattenere (cioè dare un filo di respiro ai genitori sapendo che per un lasso di tempo variabile dai 2 al 30 minuti in base all’età i bambini avranno qualcosa da fare).
Le premesse che vorrei fare sono frutto del mio buon senso e osservazione ma spero condivisibili anche se non sono certo un’esperta di ludoterapia.