Discovery channel luglio 2016
DISCOVERY CHANNEL LUGLIO 2016: LALABOX
In questo caso ho ricevuto una soffiata da Lorenzo Bises di Pezzenti Con il Papillon, che ne ha parlato su Snapchat e su Instagram. Si tratta di un servizio (un tempo chiamato Polagram) di stampa fotografica. Fruibile sia da desktop che da smartphone, consente di stampare foto realizzate con mobile o macchina fotografica; in diversi formati e supporti, tra cui polaroid, tele, magneti da frigo, poster. Io ho acquistato la Lalabox, una scatoletta che contiene 36 fotografie in formato istantanea con didascalia destinate alla nonna paterna di Elia, aka la mamma di Michele, che sicuramente ha piacere di esporle sulla credenza o mostrarle alle sue amiche. In queste 36 foto ho incluso anche dei doppioni che darò a mia madre o terrò io per l’album di famigliahahahahahahah. Lo so, faccio ridere quando mi riempio la bocca di queste parole. Però è vero, ho ricevuto un album-diario da riempire con le foto e i traguardi di Elia e se riesco vorrei evitare di dimenticarmene. Sono cose brutte, chè poi quando hai 18 anni lo ritrovi in fondo a un baule, vedi che è intonso e ti chiedi se i tuoi ti amavano davvero, visto che non son stati buoni ad appiccicare quattro foto e segnarsi le pietre miliari della tua giovane vita.
La mia Lalabox è arrivata in 4 giorni ed è costata 18,89 euro per 36 foto in formato Polaroid incluse le spese di spedizione, il che significa 52 centesimi a foto. Ho effettuato il confronto -a parità di formato- con Cewe, un altro servizio di fotostampa molto simile a Lalalab. Ebbene, Lalalab costa meno, oltre che essere meno laborioso, fruibile da mobile e collegabile anche a Instagram. Non escludo quindi di regalare una Lalabox a qualche amica, in assenza di altre idee brillanti. Basterà scaricare le foto più belle del suo account Instagram (per farlo basta usare Websta).
Costo: 18,89 euro incluse le spedizioni
discovery channel luglio 2016: Correttore Syrio
Torniamo alla saga del concealer, la lunga storia a puntate di me che mi lagno delle mie occhiaie indelebili, recentemente arricchitasi di un colpo di scena grazie al fatto che adesso dormo pure a comode rate. Si era arrivati ad una sorta di punto fermo a febbraio, con il Dermablend Vichy. Il cui grande vantaggio è la pigmentazione praticamente incancellabile, che ha fatto un ottimo lavoro fino ad ora e che ricomprerò in autunno visto che l’ho finito. Il suo punto di debolezza è invece la texture, per forza di cose molto pastosa visto che è uno stick ed è pensato per coprire gravissime imperfezioni tipo cicatrici e macchie cutanee. Allora ho provato per la prima volta il correttore di Syrio, che è un brand di dermocosmesi e make-up farmaceutico di proprietà di Equilibra. In realtà non avevo studiato molto, ma la collega che gestisce il flagship store di Torino mi ha conquistato toccando il tasto della vergogna. “Hai presente il Touche Eclat di Yves Saint Laurent? Ecco, come quello ma meglio. Perché tu lo conosci, il Touche Eclat, vero?” La risposta vera era: “No, zia, non l’ho mai provato il Touche Eclat di Ivano Sanlorenzo perché sono una tirchia schifosa braccino corto spilorcia taccagna morta di fame e non spendo 30 euro per un correttore che poi magari non funziona, e poi sicuro non so usare quel pennellino fine fine, ma poi mi tocca comunque finirlo altrimenti mi girano le palle e rimango incazzata per 3 mesi.” Ma per sembrare una sempre sul pezzo ho risposto: “Ma certo, il Touche Eclat! Davvero, funziona ugualmente?”. Mentre ostentavo sicumera ho fatto un rapido conto: 13,90 euro meno lo sconto dipendenti, sì, dai posso permettermelo.

In due nuances (io ho preso la più chiara)
Ora, io continuo a non aver provato il Touche Eclat e rotolo nella mia ignoranza cosmetica, ma questo prodotto mi piace molto. E devo dire che mi piace il risultato che ne ottengo. A proposito di borse sotto agli occhi, ho letto che Carolina Crescentini lavorerà nel film tratto dal romanzo di Enrica Tesio “La verità, vi spiego, sull’amore”. Carolina Crescentini non è una grande attrice, ma ha trasformato le sue occhiaie blu cobalto in un marchio di fabbrica. Non escludo di fare lo stesso.

Prima e dopo
Costo: 13,90 euro in farmacie selezionate o nei negozi monomarca Equilibra-Syrio
DISCOVERY CHANNEL LUGLIO 2016: PORTARE IN FASCIA
Questa è una scoperta non particolarmente interessante per le non-madri e le non-gestanti, ma voglio parlarne comunque perché dietro alla fascia c’è un pensiero che penso possa fare bene a tutti. Vedetelo come un consiglio per gli acquisti ma anche come una ammissione di fallibilità. La mia, nella fattispecie.
Credevo infatti che portare i bambini in fascia fosse poco più di un vezzo. Un’abitudine mutuata da popolazioni dei Paesi del Terzo Mondo o in via di sviluppo, che ha in sé un certa innegabile componente di comodità e che fa subito giovane madre-sportiva-che-affronta-la-vita-con-spirito-ed-entusiasmo. Ma siccome sono una persona prevenuta, o forse come ognuno ho le mie idee, durante la gravidanza ho comprato di tutto: il canottino per andare al mare, l’olio da massaggio io la fascia non volevo comprarla. Mi sembrava uno strumento per rafforzare quel legame ombelicale che, non lo nascondo, non vedevo l’ora di recidere (specialmente nelle ultime settimane di gravidanza).
É stato solo per raggiungere la cifra sufficiente ad avere una consegna Amazon gratuita che ho acquistato una fascia elastica, la cui marca è stata scelta totalmente a caso. Dove a caso significa: quella con il colore migliore e con il prezzo più basso. La fascia mi è provvidenzialmente arrivata il giorno prima di partorire, e io credo non sia stato un caso. Quando sono tornata dall’ospedale, l’ho provata e riprovata, e ho anche fatto una minilezione di imbragatura con la mia amica Lara. Eppure continuavo a opporre resistenza. Quest’idea di tenersi un bambino attaccato addosso, come se fosse ancora in grembo, con il caldo estivo, povero bimbo, si sgualcisce tutto, starà pur meglio sdraiato su un fresco lenzuolo di lino nella sua culla, no? NO, NO E POI NO.
L’ho capito quando ho conosciuto quel fenomeno oscuro noto come pianto del neonato. Che è una sorta di tempesta nucleare che si sviluppa improvvisamente, spesso immotivata (oppure dotata di un incomprensibile motivo, quindi di fatto immotivata) e dalla durata non meglio prevedibile, capace di spazzare via nel giro di pochi giorni tutto il tuo buonsenso, buongusto, buona educazione, buon cuore e trasformarti in una specie di molla pronta a scattare alla prima provocazione*. Bene, la fascia è l’unica soluzione a questo pianto perché è in grado di ricreare l’ambiente intrauterino, in termini di contenimento, buio e temperatura. A quanto pare, i nostri progenitori orangoformi e pitecantropi partorivano dopo 12 mesi, ma il prezzo che abbiamo pagato per camminare eretti ed avere gestazioni più brevi, è stato partorire creature immature. Immature significa che il loro intestino, stomaco, occhi, sistema nervoso e neurovegetativo non è pronto ad affrontare il mondo esterno. I bambini, grosso modo per 3 mesi, hanno una soglia di sensibilità altissima. In altre parole, piangono. Tanto.
La fascia spegne il pianto, e offre un po’ di tregua alle orecchie di genitori e vicini di casa. Questo post lo sto scrivendo col bambino in fascia. Sarebbe meglio se stesse sdraiato nella sua culla, in religioso silenzio? SÌ. Lo fa? NO. Il post lo voglio scrivere ugualmente? CERTO. Quindi? FASCIA. E qui c’è la prima lezione che ne traggo: quando c’è un bambino, vale la regola del whatever works. Detto in italiano, basta che funzioni.**
Ma la fascia non ha solo una indubbia utilità. Ha un fondamento filosofico che mi ha conquistata e ha fatto crollare ogni mia resistenza. La fascia è un modo per continuare a fare quello che facevi prima di diventare madre -ok, magari un po’ meno agevolmente- insieme al bambino: camminare, cucinare, leggere, stare al PC, guardare tutto Friends su Netflix. É uno strumento inclusivo, che ricrea un legame tra la ragazza del prima e quella del dopo, che ti obbliga a ritornare alla vita di un tempo. É un invito a non “smettere di fare” per stare con il bambino, ma a “cominciare a fare” insieme a lui.
E poi vuoi mettere, sul tram tutti ti cedono il posto e si fermano a dirti quanto è bello tuo figlio.
*nel mio caso ne ha fatto le spese la nostra colf, come raccontavo su Snapchat qualche giorno fa
**sono giunta a questa acuta conclusione con l’aiuto impagabile di Lara, Ilaria, Rebecca, Gioia, Margherita e di altre ragazze che su Snapchat, Facebook e Twitter mi hanno suggerito di usare intensivamente la fascia
annagiuliabi
Luglio 25, 2016 at 9:57 am
Lo sapevo che invece del matitone-rossetto di un rosso troppo freddo per il mio incarnato giallognolo, della Syrio avrei dovuto prendere il correttore.
gynepraio
Luglio 25, 2016 at 4:18 pm
A tua discolpa devo dire che ai tuoi tempi non l’avevano ancora lanciato.
Giulia
Luglio 25, 2016 at 11:08 am
ti seguo da un po’di tempo con grande interesse (e ho recuperato leggendo anche molti post vecchi).essendo incinta sto sviluppando interesse per questo strano mondo delle.coaedabambino….e le tue informazioni sono molto utili.anche io ho sempre guardato con sospetto lw mamme con fascia.minsembrava una cosa un po’arcaica e alternativa da donne che ostentano “ecco voi borghesi con passeggini stokke costosissimi guardate basta una fascia è voilà”.devo dire che mi sto ricredendo….e penso che al momento di scegliere passeggini e co.metterò vicino anche quella!
gynepraio
Luglio 25, 2016 at 4:20 pm
Grazie per questa dimostrazione di fiducia.
Io credo -anche per il costo e l’ingombro minimi- che valga la pena di acquistarla e portarla sempre con sé. Ti dirò se le cose si evolveranno!
La Strega
Luglio 25, 2016 at 11:50 am
La Lalabox è una genialata, non c’è dubbio! Un’idea bellissima!
gynepraio
Luglio 25, 2016 at 4:20 pm
La stampa mi è parsa anche buona qualità!
ELENA
Luglio 25, 2016 at 2:30 pm
Ma ma ma …. cos’è il baby calmer? Non ne ho mai sentito parlare! Ma funziona?
Fascia porta bebe santa subito! Qui da noi in Trentino al corso pre parto ci avevano fatto una testa tanta le ostetriche ma io scettica pensavo che fosse solo una mania da frichettone e invece con mia grande sorpresa si è rivelata un vero toccasana per tante situazioni (spesa fuori mentre piove, passare l aspirapolvere e addirittura truccarsi!!!) Senza avere nelle orecchie il pianto della bimba! Comunque tanta ammirazione io con questo caldo non riesco più a metterla e opto per il marsupio solo quando esco…
gynepraio
Luglio 25, 2016 at 4:31 pm
In realtà ho caldo, ma preferisco grondare piuttosto che sentirlo piangere per ore…Il baby calmer è un device (inglese nel mio caso) a forma di manopola che si accosta all’orecchio del bambino per tranquillizzarlo grazie al rumore bianco che produce (onde del mare, battito cardiaco, pioggia). La casa madre lo descrive come un miracolo, io al momento l’ho usato solo 2 volte ma siccome serve a calmare il pianto nervoso e non il pianto da dolore (es. coliche) non ho avuto molti risultati.
Marghe ✿
Luglio 26, 2016 at 11:22 am
Evviva la fascia!
l’ho da poco inaugurata per le gite in montagna, promossa anche qui!
gynepraio
Luglio 26, 2016 at 1:25 pm
Sei un highlander, cammini in montagna con la fascia?
Gioia
Luglio 30, 2016 at 8:13 am
grazie per la menzione:) continuo a pensare che la fascia sia una gran cosa nonostante la mia figliuola (ormai di 23 kg eheh) non ci e’ mai voluta stare (ma perche’???) , il servizio lalalab invece lo provero’ sicuramente!!!! bacio! ps su netflix e’ uscita una nuova serie “lovesick” carina, niente di nuovo, ma godibile
gynepraio
Agosto 1, 2016 at 7:26 am
Grazie per la segnalazione! Ieri in un momento nostalgico ho anche ricominciato “Una mamma per amica”, e mi sono ricordata perchè Rory mi stava sul culo…
Fede
Agosto 4, 2016 at 1:12 pm
ahaha LOL “Una mamma per amica” che ricordi!