
Acquistare vintage e usato: 8 motivi
1 – Acquistare vintage e usato: è più divertente
C’è una interessante componente di serendipità: quando ti accingi ad acquistare vintage o o usato, non puoi partire con idee troppo precise. Puoi al limite avere in mente un mood, uno stile, una fantasia: ad esempio, si può desiderare un capo scozzese, ma potrebbe trattarsi indifferentemente di una minigonna o di uno scamiciato. La notizia buona, però, è che spesso ciò che si ottiene va ben oltre le proprie aspettative, oppure l’assortimento del negozio potrebbe ribaltarle completamente: arrivati in loco, potrebbero venire in mente nuove idee e nuovi mood ai quali non avevamo pensato. Io, ad esempio,volevo un kilt, mica sembrare la sorella scema di Laura Palmer.
2 – Acquistare vintage e usato: si risparmia
Che si tratti di vintage firmato o di capi unbranded, il costo rispetto al nuovo è inferiore. Si potrebbe rispondere: ci credo, è usato. In realtà, per diversi articoli, il fatto che un articolo sia usato o leggermente usurato, costituisce un plus: ad esempio, una borsa di cuoio diventa più bella con l’utilizzo. Si riduce l’orribile odore di conceria, diventa più morbida e meno lucida, perde insomma l’aspetto imbalsamato tipico della pelletteria appena comprata. Servono altri esempi? Le camicie in flanella anni ’90 (lise sono davvero grunge) e i maglioni norvegesi (ingialliti sono più belli): io ce l’ho un ugly sweater comprato su Amazon, ma non ha assolutamente niente a che vedere con questo qui sotto, acquistato durante un’edizione natalizia del mercatino Extravaganza di Piazza Carlo Alberto.
3 – Acquistare vintage e usato: non si spreca
Scegliere capi di seconda mano significa dare loro nuova vita, allungare il ciclo di vita del prodotto e quindi limitare il suo impatto ambientale. Potrei allargarmi dicendo che evitare il fast fashion significa non contribuire allo sfruttamento dei lavoratori dell’industria tessile, ma poiché ne sono ancora utente (soprattutto per quanto riguarda il guardaroba di mio figlio) non sono nella posizione di predicare niente: preferisco limitarmi a dire che una sostituzione parziale e progressiva delle fonti di acquisto è già un enorme passi avanti alla portata di tutti.
4 – Acquistare vintage e usato: si trova il lusso
In alcuni negozi di usato si trova anche il lusso: brand che non potremo permetterci oppure prodotti fuori produzione. Senza arrivare al lusso, si trovano spesso capi di brand semplicemente troppo costosi o potenzialmente “rischiosi”: io ad esempio ho comprato un paio di clogs Dansko di seconda mano -perfette- e meno male che le ho pagate poco visto che non me le sono mai messe se non per scendere a gettare la spazzatura. Ma non me ne libero e le tengo lì, eh, perché so che la fase gattara berlinese un po’ depressa verrà anche a me.
Frequentare con regolarità mercatini e negozi di vintage aiuta: se diventate amiche delle persone che gestiscono i banchi -spesso trattasi di vecchie faccendiere pettegole e piene di conoscenze all’interno dell’upper class cittadina indebitata fino al midollo- esse vi troveranno ciò che serve. Questa era una specialità di mio papà, che conosceva tantissimi negozianti e che era in grado di reperirmi qualsiasi cosa: ad esempio questa borsa di The Bridge che mi regalò durante “Mercante per un giorno”, un’iniziativa bellissima che un tempo si svolgeva nel velodromo di Corso Casale e ora chissà perché non c’è più.
5 – Acquistare vintage e usato: modaioli senza rischi
Spesso si può osare con qualche capo modaiolo o con vita breve, riducendo i rischi. Ad esempio, mi sono messa in testa di acquistare un marsupio perché ho deciso che quest’estate sarà la mia signature bag: in ecopelle puzzolente o tessuti sintetici fluo come proposto dalle insegne di fast fashion non lo volevo (anche perché è un attimo e sei in questo video), ma nemmeno mi sentivo di prenderne un pezzo The Bridge da 300 euro. La mia soluzione è questo, in pelle, perfetto e pagato 20 euro da Humana Vintage.
È una moda poco longeva e quindi penso di aver speso il giusto: a questo trend do 2 estati al massimo, come la sporta di paglia comprata nel 2017, vintage anch’essa e che quest’anno probabilmente userò come portafiori! Pure lei arriva da un mercatino Extravaganza estivo, ma credo fosse quello di Piazza Gran Madre.
6 – Acquistare vintage e usato: vestibilità “altre”
Molti degli indumenti vintage che troverete nei negozi di usato ha almeno 20 anni. E si vede: non veste come i capi di oggi, che sono stati sviluppati pensando a una figura femminile completamente diversa rispetto a quella di un tempo. Questo non perché siano realmente cambiate le donne ma solo perché l’industria ha adeguato i tagli ai modelli estetici mainstream in questo momento: vita e fianchi stretti, poco seno.
Quindi, se non vi riconoscete nei canoni in vigore, è probabile che per voi siano più adatti i capi di un tempo: gli chemisier, gli abitini fantasia anni ’70, le gonne a vita alta, i mommy jeans. Un esempio per tutti: tutte le camicie nuove e contemporanee che ho comprato mi vanno bene di spalle ma sono leggermente strette sul seno, quelle vintage mi vanno perfette. Idem le canotte in seta come queste.
Evidentemente, negli anni ’70 era normale che una ragazza avesse la 4 di reggiseno, mentre oggi pare che si debba portare al massimo la 2 (vedi il mondo dei costumi da bagno fast fashion dove non sembrano in grado di concepire un costume intero che tenga su un seno “normale”). A proposito di forme “speciali”, io ho acquistato anche durante la gravidanza in negozi di vintage: non si trattava precisamente di capi premaman ma erano degli abitini un po’ abbondanti con vestibilità perfetta, che ho messo almeno fino all’ottavo mese.

Foto risalente a febbraio 2016, quasi sesto mese
7 – Acquistare vintage e usato: esperienza curata
Molti negozi di vintage sono belli, ben tenuti, allestiti con attenzione al dettaglio. Hanno vetrine rinnovate continuamente, una soundtrack coerente e originale. Penso ad esempio a Charly Vintage, un negozio torinese bello come un museo.
Spesso chi lavora in negozi di questo tipo è formato e specializzato, ha buon gusto, senso estetico e il fiuto da cool hunter: se desiderate avere una esperienza di acquisto curata e ricca, i vintage stores sono i posti per voi.
8 – Acquistare vintage e usato: risvolto no-profit
L’insegna Humana Vintage, raccoglie e rivende a prezzo equo capi dagli anni ’60 ai ’90 , il cui ricavato serve a sostenere i progetti umanitari di Humana nei Paesi nel Sud del mondo.
Vi segnalo con piacere due novità relative al brand: l’apertura del nuovo store di via De Amicis 43 a Milano (che, guarda guarda, è a pochissimi metri dal Creative-Cables Store!) e l’arrivo della nuova collezione estiva nello store torinese di via Pietro Micca previsto per martedì 7 maggio. Andateci perché è bellissimo, specialmente la scala interna definita “di interesse storico” dalla quale io sono scivolata perché mi piace farmi riconoscere sempre.
Elena
Maggio 8, 2019 at 11:03 pm
Anche io ho comprato una borsa di The Bridge nel nuovo Humana Vintage di Milano, incredibile!
Bellissimo post, condivido tutto 🙂
gynepraio
Maggio 24, 2019 at 12:06 pm
Io amo The Bridge, purchè sia tutto usato
Francesca Guadagni
Maggio 14, 2019 at 11:18 am
Detto fatto, sabato sono andata a scialacquare denaro da Humana!
gynepraio
Maggio 24, 2019 at 12:07 pm
Corrompo i giovani, come Socrate!
Silvia
Maggio 17, 2019 at 6:09 pm
Ma nuooo la borsa di paglia non pensionarla, quest’anno va il rattan ma non credo che qualcuno abbia capito esattamente la differenza.
Io sono pessima, non compro mai nulla vintage. In passato lo facevo piú spesso oppure semplicemente usavo le cose di mia madre da ragazza che aveva tenuto. Qui in Inghilterra, si usa molto ascquistare vintage; oltre ai negozi piú carini ci sono una miriade di charity shops disseminati in ogni high street. Purtroppo peró ci trovi tendenziamente roba che noi italiani, che siamo abituati a vestiame piú bello, non metteremo sotto tortura.
Insomma il Bivio di Milano é un’altra cosa ecco…
gynepraio
Maggio 24, 2019 at 12:08 pm
La borsa per ora la tengo, ne è anche saltata fuori un’altra che non ricordavo di avere…
Lia
Maggio 31, 2019 at 8:39 am
Quando studiavo riuscivo a girare tantissimo per mercatini e negozi vintage, lavorando non sono più riuscita per incompatibilità di orari (classici negozi che fanno 9-12 e 15-19 per capirci…), ma ora studio di nuovo e mi servirebbe proprio una sessione di shopping vintage! C’è anche da dire che a Torino siete super fortunati, avete tantissimi negozietti di questo tipo ma super carini e ben curati, sbaglio io o mi pare che il fenomeno vintage si addica particolarmente alla vostra città? Di negozi di quel livello a Genova ne conto al massimo due, massimo massimo tre.
gynepraio
Giugno 10, 2019 at 3:11 pm
In questo caso, prova con Depop. Io non sono utente ma chi lo frequenta giura sulla sua testa che sia portentoso.