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By gynepraio8 Novembre 2019In Books

Libri in 3 parole: La bastarda della Carolina

“La bastarda della Carolina” mi è stato omaggiato ma soprattutto consigliato dallo staff di Minimum Fax nella persona di Valentina Aversano, una delle lettrici più consapevoli e onnivore che la rete mi abbia dato l’opportunità di conoscere.

Si tratta di un romanzo uscito negli USA nel 1992 e in Italia nel 2018; da esso è stato anche tratto un film del 1996 diretto da Anjelica Huston, interpretato da Jennifer Jason Leigh e credo mai giunto sui nostri schermi. Mi sono documentata su Dorothy Allison, scoprendo che è -insieme a William Faulkner e Flannery O’Connon- la principale esponente della Southern Literature: un genere che identifica autori e autrici che hanno raccontato il Sud Est degli USA. Gli stati rurali, più poveri e retrogradi, meno liberali, dove si ascolta country e gospel per dimenticarsi di quando sia bassa la terra e stronza la vita.

La bastarda della Carolina è stato oggetto di censura negli USA perché contiene alcune scene di violenza (psicologica, fisica e sessuale) piuttosto esplicite, tanto da essere vietato in alcune scuole. Contro questa decisione, oltre all’autrice, si sono battuti alcuni intellettuali e scrittori americani, tra cui Stephen King.

Se deciderete di acquistarlo vi raccomando con tutto il cuore di leggere la postfazione scritta da Dorothy Allison, alle cui vicende personali è ispirato il romanzo: l’autrice racconta le motivazioni profonde, e autenticissime, che l’hanno spinta a non lesinare sui dettagli correndo anche il rischio di risultare cruda o disturbante. Il messaggio sotteso che si legge in queste parole è “ritenetevi fortunati che abbia scelto la strada della fiction, perché se avessi raccontato cosa mi è accaduto davvero sarebbe stato molto, molto peggio”.

LA STORIA

La bastarda della Carolina è Ruth Anne detta Bone, figlia di padre non dichiarato. Sua madre Anney la mette al mondo, poco più che ragazzina, e la alleva con l’aiuto di zie, nonne e sorelle: si tratta del malfamato ma affettuosissimo clan del Boatwright, che godono in città della nomea di ubriaconi, teste calde e nullafacenti. Con l’obiettivo di darsi e darle una famiglia, la mamma di Bone si sposa la prima volta con un uomo che la lascia presto vedova con una seconda figlia; a quel punto si sposa con Glen, un uomo che si rivela inaffidabile, psicologicamente disturbato e violento. La sua aggressività si accanisce soprattutto contro Bone, accusata di sfrontatezza, presunzione, svogliatezza: è però evidente che questa violenza è riconducibile a un’attrazione morbosa della quale in pochi si avvedono e dalla quale praticamente nessuno riesce a proteggerla.

la bastarda della carolina cover

La bastarda della Carolina: mamma

La persona più importante della vita di Bone è sua mamma Anney: che accoglie in modo spontaneo il suo nuovo ruolo di madre, poco più che sedicenne, e che fa lo stesso con la seconda figlia. Anney è una ragazza bellissima, gran lavoratrice, volitiva, generosa e bisognosa d’affetto: per sua figlia, quest’ambivalenza risulterà importante. La mamma è colei che dispensa amore, il suo collo è il posto più bello su cui appoggiare il capo, ma è anche una donna che deve essere protetta dalla violenza e dal dolore. Ed è così che Bone, anziché chiedere esplicitamente il supporto di sua madre, anziché aspettarsi che essa ammetta la natura dell’indole perversa di suo marito, s’impegna a dare meno fastidio possibile: tacere, evitare, farsi invisibile stando fuori casa il più possibile, in un irreversibile processo di autoresponsabilizzazione che la porta a diventare adulta troppo presto.

La bastarda della Carolina: violenza

Questo romanzo spiega delicatamente e perfettamente la genesi del disprezzo di sé che nasce dall’abuso. Per Bone, una bambina incolpevole, le aggressioni psico-fisiche che subisce dal patrigno sono impossibili da motivare (a maggior ragione perché prettamente riservate a lei!): essa si convince quindi che il motivo di tanto livore è la sua persona, la sua stessa esistenza. Bone si odia e non si ritiene meritevole d’amore.

Si vergogna dell’errore che è in sé, non sa dargli un nome ma si sente preventivamente in colpa, ancor più quando la sua figura adulta di riferimento, cioè la madre, non sa frenare questa deriva di violenza. Le compagne di uomini violenti si somigliano un po’ tutte: ci vuole molto, molto tempo affinché ammettano a se stesse quanto sia cruda la verità, cioè che hanno sposato un soggetto malato. Glen è un uomo rissoso, depresso e chiaramente paranoico: ma sua moglie si illude -come tutte le donne legate a un uomo abusante- che la violenza non entrerà in casa, che i membri della famiglia ne saranno immuni.

La bastarda della Carolina: parenti

Bone non ha il papà, ma in compenso è circondata da un esercito di nonne, zie, zii, prozie e cugini: sono male assortiti, litigiosi e scomposti ma comunicano apertamente e si prendono cura l’uno dell’altro in un modo sgangherato e rumoroso che trasuda amore, attenzione, calore. Gli zii perdono continuamente il lavoro, fanno a botte, sono ubriachi alle 11 del mattino, divorziano e si rifidanzano con ragazzette a caso ma diventano buoni e teneri quando si tratta di accarezzare un bambino o proteggere un membro della famiglia.

È con questo intuito affettuoso che curano una sorella colpita da un terribile esaurimento nervoso, che accettano l’anticonformismo di una sorella lesbica che vive da eremita in una palude, che cercano (invano) di dissuadere la mamma di Bone dallo sposare un uomo violento e che accolgono periodicamente la ragazzina in casa propria per allontanarla dal patrigno; è con sprezzo del pericolo e della legge che quasi lo uccidono quando scoprono le violenze cui la sottopone.

Nella casa delle zie Boatwright c’è sempre del tè freddo zuccheratissimo che viene estratto dal frigo per lenire il caldo e le lacrime: Bone dice che “Nessun luogo mi è mai più sembrato tanto dolce e sereno, nessun luogo mi è più sembrato casa.”

Dorothy Allison ricorda la Dorothy del mago di Oz, ma più triste.

La bastarda della Carolina è edito da Minimum Fax e, se non si fosse capito, è bellissimo. Se desiderate acquistarlo o regalarlo, lo trovate qui.

 

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