Books 36
Libri in 3 parole: Ora che sono Nato
“Ora che sono nato” di Maurizio Fiorino, uscito proprio ieri per Edizioni E/O, mi è stato omaggiato: meno male, perché -chiusa in questa mia bolla di disprezzo per il maschio medio violento e prevaricatore– sono circa 9 mesi che leggo solo autrici femminili.
Difficilmente l’avrei comprato e purtroppamente me lo sarei perso. Quando l’ho ricevuto mi son detta: “Ehilà, un altro esordiente!” salvo poi scoprire che Maurizio ha già pubblicato due romanzi (“Amodio” e “Fondo Gesù”), è fotografo, ha collaborato con Amy Arbus (figlia di Diane Arbus, sì, esatto, quella lì) ed è pure belloccio. Non vi basta? Da queste recensioni sembra anche un ragazzo a modo.
L’opera è la storia di Fortunato Goldino -detto Nato, da cui la duplice interpretazione del titolo- i cui primi anni di vita sono costellati di una discreta sequela di sfighe: una famiglia tradizionale eppure drammaticamente disfunzionale, ad esempio. La sua infanzia e adolescenza sono un continuo e crescente tentativo di prendere le distanze dal suo ambiente d’origine ricorrendo a 3 grandi strumenti: l’osservazione, l’introspezione e l’ironia. Perché, notizia buona, “Ora che sono Nato” fa molto ridere.
Come dite? Che il mondo della letteratura è pieno di ragazzini che trovano la propria strada nonostante le premesse non proprio eccellenti e che spesso risultano più acuti o maturi degli adulti? Ah beh, guardate, me ne viene in mente uno subito, su due piedi, senza neppure pensarci: s’intitola “Se tu lo vuoi” e, coincidenza, l’ho scritto io! In un mondo migliore, avrei tempo di buttare giù uno spin-off e sarebbe mia cura includere un episodio in cui Elisabetta conosce un compagno di classe che vuole fare danza nonostante il parere contrario del papà, come Fortunato.
la storia
Fortunato Goldino nasce al Sud, negli anni ’80, ultimo di tre figli, generato con l’intento di salvare un matrimonio mal assortito e giunto agli sgoccioli. Ogni membro della famiglia ha il suo personale corredino di bizzarrie e disagi: superstizione, scollamento dalla realtà, balbuzie, megalomania, depressione, fanatismo mistico-religioso, ipocondria, igienismo e ODC assortiti, tosse nervosa e dolori psicosomatici. Nato vi contribuisce con un timido tentativo di (altro…)
Libri in 3 parole: “Affari di cuore”
Anche “Affari di cuore” giunge da un suggerimento della rete, cioè da Valentina Aversano che ogni mese tiene una rubrica e un book club a tema culinario chiamato #leggiecucina. Questo romanzo di Nora Ephron è stato oggetto della sessione di febbraio e potete fiondarvi a leggere la sua recensione.
Due parole su Nora Ephron, che -correggetemi se dico sciocchezze o parlo solo in base a mie impressioni- nei Paei anglofoni è una istituzione mentre in Italia è ingiustamente bistrattata: i suoi saggi e romanzi non vengono tradotti, editati né ristampati da tempo (per dire, la mia è del 2008!) e spesso introvabili in italiano. È più nota come sceneggiatrice (“Harry ti presento Sally”, non so se avete presente) e regista (“Insonnia d’amore”, “C’è posta per te” e più recentemente “Julie and Julia”). “Affari di cuore” è il suo primo e vero romanzo, da cui è stato tratto un ben più famoso film con Jack Nicholson e Mary Streep, che non ho visto ma che recupererò.
Purtroppo nella traduzione italiana, la sottile ironia del titolo in inglese è andata perduta: in originale si chiamava “Heartburn” cioè “bruciore di stomaco”. Uno di quei false friends di cui solo le lingue anglosassoni sono capaci: un dolore che sembra figlio della disperazione, ma che è solo rabbia. Insomma, è una storia di rinascita, di donne forti che superano un dolore e risorgono pronte ad affrontare il mondo: vi ricorda qualcosa?
Ah, ma certo, il mio romanzo! Si chiama Se tu lo Vuoi, che parla proprio di una giovane donna scaricata da uno stronzo e che potete procurarvi agevolmente con un clic! Come dite? Il 99% dei romanzi usciti nel XXI secolo parla di giovani donne scaricate da uno stronzo? Beh, che vi devo dire, il mio però fa più ridere.
LA STORIA
Rachel, newyorkese ebrea che si occupa di libri e programmi TV dedicati alla cucina, scopre che il marito Mark -che lei ama autenticamente- ha una tresca con una comune conoscente -che lui ama autenticamente-. Poiché ha già un bambino piccolo ed è in procinto di sfornarne un altro, Rachel è combattuta tra il desiderio di mantenere in piedi questo matrimonio e quello di ribaltarlo prendendo in mano la propria vita. Prima di giungere a una decisione, quella per la quale ovviamente tutte faremmo il tifo fin dall’inizio, peregrina tra (altro…)
Libri in 3 parole: “Quello che non ti ho mai detto”
Ho comprato questo romanzo perché avevo da poco finito “Tanti piccoli fuochi” di Celeste Ng e sono stata letteralmente subissata di messaggi e commenti da parte di altre persone che caldeggiavano la lettura di “Quello che non ti ho mai detto“, il romanzo d’esordio della stessa autrice. Ora, io e la Celeste non siamo amiche e non ci scambiamo gli smalti, ma mi azzardo a dire che questa storia contiene un quid di profondamente autobiografico. Come tutti i romanzi di esordio -e parlo da autrice esordiente che ne ha appena pubblicato uno- parla di ciò che è più facile mettere per iscritto: se stessi.
È americana, di origine cinese, figlia di scienziati. cresciuta tra Ohio e Pennsylvania, ha frequentato Harvard. Alcune di queste caratteristiche, sicuramente le più ingombranti, sono presenti anche nella protagonista di “Quello che non ti ho mai detto”. Che, ça va sans dire, è un romanzo d’esordio bellissimo.
Se, una volta che l’avrete finito, vi dovesse salire una voglia irrefrenabile di leggere un romanzo la cui protagonista condivide alcune caratteristiche con l’autrice, beh, che dirvi? Non buttatevi su Proust, non fate il passo più lungo della gamba! Provate prima il mio, che potete agevolmente procurarvi qui.
la storia
Lydia Lee, figlia secondogenita e amatissima di una famiglia mista (padre cinese+madre americana) scompare e pochi giorni dopo il suo cadavere viene ritrovato nel lago davanti casa. Il romanzo è una ricostruzione, che mixa voci differenti (quelle dei suoi famigliari, in sostanza), della serie di eventi che ne hanno provocato la scomparsa. Ogni membro della famiglia conosce un pezzo di lei ma -complice la difficoltà del momento postlutto e la incomunicabilità che caratterizza tutto il nucleo famigliare- non è disposto a “condividerlo” con gli altri: tocca quindi alla voce onnisciente del narratore e all’intuito del lettore (altro…)
Libri in 3 parole: “Gli Spaiati”
“Gli spaiati” di Ester Viola è il seguito di “L’amore è eterno finché non risponde” uscito nel 2016. Per i pochi che non la conoscono, ecco quello che vale la pena di sapere sulla sua autrice: napoletana, avvocato, tiene un’apprezzata Posta del Cuore su Vanity Fair. Io la seguo su Twitter da tempi non sospetti e ne apprezzo la sinteticità, lo spirito di osservazione e anche i toni, mai eccessivi o offensivi.*
Quindi, per una volta tanto, non è un libro che mi è stato regalato da amici/consigliato da un influencer/ricevuto in omaggio da un ufficio stampa/raccomandato da un parente ma me lo sono voluto, scelto, comprato coi miei tintinnanti denari e finito a tempo di record.
LA STORIA
La protagonista di “L’amore è eterno finché non risponde ” e de “Gli Spaiati” è l’avvocato divorzista Olivia Marni, che passa dal ruolo di amante subalterna e telefono-dipendente di un aspirante scrittore mascalzone a quello di fidanzata ufficiale di uno stimato collega. Dopo questo percorso di purificazione dall’amore tossico, si trasferirà da Napoli a Milano col nuovo compagno: l’occasione sarà gradita per (altro…)
Libri in 3 parole: “Tanti piccoli fuochi”
“Tanti piccoli fuochi” mi è stato suggerito e prestato dal mio fidanzato. Non conoscevo niente dell’autrice e mi sono limitata a fidarmi del suo giudizio: “Secondo me a te piace, leggilo”, Non si sbagliava: in questo romanzo ci sono tutte le cose che mi appassionano. Amore poco, amicizia abbastanza, maternità moltissima, e soprattutto tanta, tanta, tanta provincia americana. Si tratta del secondo romanzo di Celeste NG, un’autrice statunitense di origine cinese cresciuta tra la Pennsylvania e l’Ohio e divenuta celebre con “Quello che non ti ho mai detto” (da me prontamente acquistato e in attesa di essere iniziato).
Pare che quella volpona di Reese Witherspoon (cioè l’attrice cui vorrei somigliare quando sono vestita e pettinata da brava ragazza) ne abbia acquistato i diritti per trarne una serie TV.
LA STORIA
La vicenda è ambientata alla fine degli anni ’90 a Shaker Heights, un sobborgo ricco -quasi una comunità chiusa e autogestita- nei pressi di Cleveland, descritto dall’autrice con dovizia di particolari in quanto lei stessa vi ha trascorso l’adolescenza. Le sorti di due famiglie -una ricca, borghese fino a midollo con 4 figli, l’altra povera e atipica composta da una madre single e sua figlia- si incontrano e scontrano, generando in una serie di conflitti che termineranno in un distruttivo incendio. Non è uno spoiler, amici: i piccoli fuochi del titolo sono menzionati già a pagina 1, in quanto la narrazione prende il via proprio da questo pirotecnico epilogo. Potete acquistarlo qui: il link non è sponsorizzato perché (altro…)
Libri in 3 parole: “divorare il cielo”
Ho comprato questo romanzo perché aveva un titolo interessante, e anche per via di un piccolo debito morale che ho nei confronti di Paolo Giordano: nell’anno del Signore 2010, in un solare mattino di primavera, l’ho quasi investito uscendo con baldanza dal portone della vecchia casa in cui vivevo all’epoca. In più, mi sono macchiata di voyeurismo entrando in casa sua durante le ultime fasi della ristrutturazione, con la complicità dell’impresario che stava seguendo i lavori e che, diciamolo, aveva un certo debole per me. L’evento è già stato raccontato qui, eh, non sto facendo chissà quale outing.
Comunque, la “Solitudine dei Numeri” primi non mi aveva fatto sognare, in compenso il suo secondo romanzo intitolato “Il corpo umano” è notevole: a una persona che non conosca l’autore io suggerirei di partire proprio da questo.
Chi mi segue su Instagram sa che a giugno mi sono recata a una presentazione di “Divorare il cielo”: ero prossima all’uscita del mio romanzo (si chiama “Se tu lo vuoi“: sicuri di averlo letto? Sicuri sicuri?) e volevo capire come strutturare gli incontri e capire come suscitare le domande del pubblico. Nonostante la cornice bellissima (il giardino di Binaria in una sera di mezza estate) ne sono uscita perplessa e sinceramente annoiata: forse non ho compreso la natura di alcune domande perché non avevo ancora letto il romanzo, ma questa mia sensazione si è intensificata quando l’ho poi finito. È un testo ricchissimo di spunti per generare quesiti provocatori e brillanti che però non sono emersi. Ha degli evidenti limiti, soprattutto a livello di trama e credibilità dell’intreccio, ma penso che il dovere di chi presenta un autore sia di rendere il romanzo appetibile per chi non l’ha acquistato e non far dubitare chi invece ce l’ha già. Insomma, autori esordienti, fate occhio a chi vi presenta e pretendete solo il meglio.
LA STORIA
Teresa, un’adolescente torinese, diviene amica di (altro…)
Libri in 3 parole: “L’educazione”
La rubrica Libri in 3 parole affronta “L’Educazione” di Tara Westover, una poco più che trentenne americana trapiantata in Inghilterra. Solito discorso fatto per Sally Rooney: sono mortalmente invidiosa degli esordi altrui e quindi appena esce un’opera prima acclamata e tradotta in circa centordici lingue sono subito in libreria a investire la mia paghetta.
Anche qui, soldi ben spesi per una storia originale, quasi del tutto autobiografica, e così incredibile da suonare impossibile. Insomma, c’era di che tirare fuori un librone e, visto che la ragazza sa scrivere, direi che ci è riuscita. Belli, eh, quei romanzi che stanno in piedi da soli grazie a una solida vicenda! Contrariamente a certi romanzi in cui la storia è semplice o riconducibile all’ordinario, e che quindi per meritarsi il loro posto a scaffale devono puntare su esili mezzucci tipo la simpatia dell’autrice, l’ironia, i giochetti di parole, le citazioni, cose così: non nascondo che ad alcuni piacciono questo tipo di storie, anzi le ricercano! Una per esempio si chiama “Se tu lo vuoi” e l’ha scritto Valeria Fioretta, o Violetta Fiore, o Fiorella Valeri, boh, non ricordo. Ma andiamo al sodo.
LA STORIA
Tara e i suoi 7 fratelli nascono da genitori Mormoni osservanti e crescono in una zona montuosa e rurale dell’Idaho senza frequentare scuole, altri bambini e senza conoscere nessuna istituzione. Il negativo evolversi dei rapporti con i genitori e con i fratelli, insieme ad alcuni sprazzi di XXI secolo che le si aprono occasionalmente davanti mentre la sua famiglia aspettava l’Apocalisse, (altro…)
Usare le vacanze per imparare qualcosa
Se siete delle infognate di Piccole Donne -e sinceramente non capisco come possiate non esserlo-, saprete cos’è il Club delle Api Industriose. Per tutte coloro che ignorano questo topos letterario, ecco la spiegazione: in una estate che sognavano oziosa e nullafacente, le sorelle March scoprono che in realtà l’inattività completa è benefica per un giorno o due ma che alla lunga è snervante quanto il lavoro indefesso. Quindi decidono di usare le vacanze per imparare qualcosa, dedicarsi agli altri e mantenersi attive.
Del resto, in V ginnasio ho appreso con sommo sbigottimento che vacanze deriva dal verbo latino vacare che vuol certamente dire “essere vuoto” (da cui la famosa cattedra “vacante”) ma che, accompagnato al dativo, significa proprio “dedicarsi a qualcosa”: quindi le vacanze non sono soltanto il periodo della testa vuota ma anche il periodo della testa che si applica a fare, apprendere, scoprire. Per questo motivo, la mia lista di testi vacanzieri non include romanzi, che comunque ho recensito in maniera lunga (sul blog, in questa sezione) o breve (Su Instagram, con una foto o nelle Stories), ma manuali e libri di natura tecnica. Per me, l’ideale è leggere in parallelo due opere: un romanzo e un non-romanzo. Sono modalità di lettura diverse che si “fertilizzano” a vicenda. Provare per credere!
usare le vacanze per imparare qualcosa: “Appunti di blogging e web marketing” DI Agnieszka Stokowiecka
Questo e-book, che è un pdf che potrete leggere ovunque, è stato scritto da Agnieszka Stokowiecka, una ragazza polacca che vive in Italia da molti anni e si occupa di project management. Il manuale è a mio parere il perfetto vademecum per (altro…)
Libri in 3 parole: “Parlarne tra amici”
La rubrica Libri in 3 parole affronta “Parlarne tra Amici” di Sally Rooney, una tizia così poco mainstream che se scopre che la definisco “enfant prodige della letteratura d’oltremanica” viene qui e mi fa un culo a capanna. Io seguo le scrittrici esordienti non perché mi piaccia essere una lettrice à la page e up-to-date, ma fondamentalmente perché sono invidiosa come una delle sorellastre di Cenerentola e vorrei essere una di quelle per cui gli editor si picchiano nel fango.
“No, del suo romanzo voglio occuparmente io!” “Non ci provare, sgualdrina, l’ha già promesso a me!“. Ecco, scene così. Appurato che non si verificheranno mai, mi affretto a comprare i grandi romanzi d’esordio per scoprire il segreto che sta dietro un successo internazionale. Se invece voi siete alla ricerca di un romanzo d’esordio non internazionale ma che so, italiano, potreste leggere il mio: nessuna editor è stata maltrattata per farlo uscire, al massimo le è toccato correggere i miei strafalcioni grammaticali. Ma andiamo al sodo. (altro…)
Libri in 3 parole: “Americanah”
Inauguro oggi una rubrica con cadenza temo piuttosto casuale nella quale vorrei far confluire le mie modeste opinioni in tema di libri. Modeste, perché sono una che legge poco: forse più della media nazionale, ma molto meno di quanto mi piacerebbe e dovrei, per formarmi, divertirmi, intrattenermi e passare meno tempo a spippolare un telefono. Modeste, perché cercherò di parlare di ogni libro attraverso 3 parole ad esso legate. Le 3 parole, scelte in base alla mia sempre modesta sensibilità, vorrebbero rappresentare l’anima del romanzo e costituire altrettante ragioni per leggerlo a vostra volta.
Qui rientrano solo romanzi che mi sono piaciuti, perché quelli che non mi sono piaciuti non mi sogno nemmeno di menzionarli; insomma, il tempo passato a stroncarli vorrei utilizzarlo per leggerne altri più belli, no?
Per ovvie ragioni, devo includere un abstract che, per la mia sensibilità, è spoiler free. Per iniziare senza polemiche, ho scelto “Americanah” di Chimamanda Ngozi Adichie: è un romanzo che è sugli scaffali da 4 anni quindi il reato di spoilering è ampiamente caduto in prescrizione. (altro…)