Questo post, che contiene poca ironia e molto buon senso, ha l’obiettivo di aiutare chi è in dolce attesa (o vorrebbe esserlo!) nel decidere come spendere il proprio denaro. Come al solito, è basato sulla mia esperienza e sul mio budget, e obbedisce al modello di gestione del ménage famigliare che io ho adottato e che, ci tengo a premetterlo, non è minimalista.
In particolare, i miei principi guida sono stati:
- spendere e investire su gadget di vitale importanza, destinati a durare, altamente visibili (= cioè che in casa si vedono tutti i giorni) e facilmente rivendibili
- spendere poco su articoli superflui o condannati a vita breve
- cercare nel limite del possibile di non farmi cogliere impreparata
Prima di muoversi in una direzione o un’altra, vi suggerisco di farvi alcune domande preliminari. Le risposte che vi darete a questa domanda vi guideranno nelle scelte e nello stabilire le priorità.
sonno.
- c’è una stanza destinata al bambino?
- praticheremo il cosleeping? Se sì, sarà spinto, medio o soft?
vita outdoor
- in quale stagione nascerà il bambino?
- ho l’ascensore? se ce l’ho, quanto è grande?
- la mia schiena è nelle condizioni di poter praticare il baby wearing?
vita indoor
- abbiamo un bagno spazioso per inserirci un’area cambio?
- possiamo permetterci tanti gadget in giro per casa?
- possediamo l’asciugatrice?
Shopping list per bebè: sonno e nesting
Ho già scritto ben 2 post (primo e secondo) su come ho arredato la camera da letto di Elia, che ho concepito come una stanza destinata a durare qualche anno e a svolgere anche un ruolo di playroom. Ho fatto questa scelta perché mi piacciono i mobili di design ma anche perché so che il brand Stokke è facilmente rivendibile qualora dovessimo stancarci, traslocare o volessimo cambiare stile, Ma avere una stanza per un bambino non è indispensabile: per i primi mesi -3 nel mio caso, ma possono essere molti di più- il bambino può dormire nella stanza dei genitori adottando soluzioni di cosleeping.
cosleeping spinto. Il bambino dorme nel letto dei genitori. Non occorre nulla se non un pigiama adatto alla stagione. Un articolo molto ergonomico che mi è stato prestato e che sarebbe stato utilissimo se Elia l’avesse apprezzato è il Cocoonababy, che è un cuscino-riduttore adatto per cosleeping, lettini e pisolini.
cosleeping medio. Il bambino dorme in una culla agganciabile al letto dei genitori. C’è la famosissima Next-to-Me Chicco che io personalmente trovo brutta ma che tutte le mie amiche apprezzano molto e si trova abbastanza facilmente anche nei negozi di usato. Ce ne sono altre bellissime, ad esempio la Bednest oppure la Culla Belly che oltretutto è made in Italy. Occorrono materassino, almeno 2 coppie di lenzuola (solitamente su misura perché ogni casa produce le sue), una copertina leggera e una più pesante.
cosleeping soft. Culla, navicella o lettino con barre posto nella stanza dei genitori. La culla è uno strumento bello ma che non dura molto specialmente se vostro figlio ha i ritmi di crescita del mio: è secondo me il classico oggetto di cui si può fare a meno, ci si può far prestare o ereditare. Se l’avessi comprata, avrei preso la culla Stokke Home coordinata al resto della camera di Elia. In tutti i casi occorrono materassino, almeno 2 coppie di lenzuola, una copertina leggera e una più pesante. Nel caso si scelga un lettino, occorrono anche l’eventuale riduttore e il paracolpi.
Altri oggetti utili per il sonno. Un cuscino da allattamento (per allattare ma anche come appoggio per i sonnellini), un umidificatore/diffusore di essenze specialmente per le case molto calde e secche (la mia lo è), una lampada/lanternina da tenere accesa nottetempo.
La scelta che ho fatto io: non sono fan del cosleeping perché avevo paura di fargli male (io mi muovo tantissimo, suo padre è molto alto). In un paio di occasioni in cui ero particolarmente disperata ho tentato di farlo dormire nel mio letto, ma sono state infruttuose e ancora adesso Elia non mostra di apprezzare particolarmente il lettone condiviso. Per i primi 3 mesi della sua vita, Elia ha dormito nella mia stanza, all’interno della navicella del trio; poi si è trasferito nel lettino con le sbarre nella sua stanza. Poiché l’ho allattato fino a circa 8 mesi, di notte mi alzavo, andavo nella sua stanza e gli davo da mangiare su una poltrona da allattamento. Se tornassi indietro, lo farei dormire vicino a me in una culla agganciabile, per ben più di 3 mesi. Il cuscino da allattamento è un oggetto utile e mi è stato gentilmente prestato.
Shopping list per bebè: trasporto
Anche sul trasporto mi sono già espressa in passato spiegando che per me il babywearing è stato la chiave di svolta per l’acquisizione di una buona autonomia e libertà, oltre che per guarire Elia dal pianto inconsolabile e dalle coliche. Io vivo al 1 piano senza ascensore, per cui è stato vitale poter scendere le scale agilmente: che dio benedica la fascia e i marsupi.
il trio: il trio è quel sistema composto da “gambe con ruote” sulle quali si montano la carrozzina, l’ovetto e il passeggino. E’ un oggetto molto ingombrante e costoso che si sfrutta per un tempo relativamente breve: circa 6 mesi. L’ovetto/seggiolino auto, superato un certo peso, è inutile e va sostituito con un vero seggiolino auto. A un certo punto, il bambino si stufa di stare sdraiato e vuole stare seduto; il passeggino è molto pesante e, sommato al peso del bambino, è una zavorra inutile. Oltretutto, essendo composto da 2 pezzi (gambe+seduta) il trio riempie il bagagliaio dell’auto e nei viaggi è scomodissimo. Il mio consiglio è di farselo prestare o comprarlo in un negozio di seconda mano, e investire dopo 6 mesi su un buon passeggino leggero e su un seggiolino auto ergonomico. Ci sono due sistemi-trio che fanno eccezione sulla questione peso&manovrabilità: sono tutti i sistemi Stokke e tutti i sistemi Bugaboo. Con due punti a sfavore, però: costano tantissimo (intorno ai 1000 euro) e rimangono comunque piuttosto ingombranti. Qualsiasi soluzione sceglierete, vi consiglio un sacco passeggino per l’inverno: se siete danarosi prendete Picci che è il top di gamma altrimenti Nuvita che è praticamente uguale e costa la metà. A me hanno prestato anche quello, ed era assolutamente perfetto.
passeggino leggero: è quello che userete dai 6/7 mesi fino ai 3 anni, quindi è quello su cui spendere, a mio parere. Non è sicuramente necessario comprarlo subito. Il passeggino leggero migliore al mondo, e lo dico con cognizione di causa perché ce l’ho e ho fatto una ricerca lunghissima, è lo YoYo di Babyzen. È leggerissimo (6,5 kg circa), si guida con una mano, è omologato fino a 18 kg, è contenuto in una borsa compresa nel prezzo e può essere trasportato come bagaglio a mano perché sta nella cappelliera di un aereo. La riprova che è un oggetto durevole che si può usare per più figli e che si rivende facilmente è questa: non se ne trova uno di seconda mano neppure a pagarlo oro.
seggiolino auto: anche questo, dismesso l’ovetto, lo userete per molti anni. Il seggiolino ha l’arduo compito di proteggere il bambino in caso di incidente ma soprattutto di farlo addormentare istantaneamente e consentirvi, almeno in auto, di godere della quiete. Vale la pena di spendere due soldi in più e viaggiare sereni ma soprattutto silenziosi. In tema di sicurezza, il meglio del meglio è Cybex. L’azienda ha vinto un sacco di premi, ha brevettato sistemi di sicurezza originali e soprattutto ha studiato prodotti durevoli (ci sono seggiolini che funzionano dai 9 mesi ai 12 anni!).
marsupio: io l’ho usato praticamente fin da subito e continuo a usarlo adesso, portandolo sulla schiena. Non voglio fare la pedante ma nel 2017, dopo che l’hanno scritto i medici, gli ortopedici e l’hanno riportato pure nella Bibbia dei testimoni di Geova, è risaputo che il marsupio a) non deve avere una seduta fronte strada e b) deve mantenere la corretta posizione delle anche. Ci sono ancora aziende -di cui non farò il nome, ma sono BabyBjorn e Chicco- che si ostinano a produrre marsupi in tessuti tecnici dove ‘sti poveri bambini sudano come insaccati, stanno dritti come fachiri mentre le madri ondeggiano con un principio di ernia addominale. Il marsupio deve essere a-traspirante b-dotato di una fascia addominale rigida e c-essere pensato per mantenere le ginocchia del bambino più alte delle anche (la cosiddetta posizione “ranocchio”). Quello che ho io si chiama Manduca, l’ho acquistato di seconda mano (ma inutilizzato!) e il suo design elegantemente teutonico vale tutto il prezzo. Altre marche di marsupi ergonomici affidabili sono: Ergobaby, Tula, Buzzidil, Emeibaby, Fidella, Boba, Lenny Lamb, Kokadi. Preferito dagli uomini rispetto alla fascia, è un ottimo modo per migliorare il bonding padre-figlio.
fascia: è uno degli investimenti più utili e auto-ripaganti che io abbia fatto. Non vi consiglio la marca che ho scelto io perché l’ho trovata casualmente su Amazon 4 giorni prima di partorire e credo che l’azienda sia fallita perché non ne esistono più tracce sulla faccia della terra. Era una fascia elastica che io ho usato tantissimo finché Elia ha avuto 7 mesi circa: ci sono andata in giro, in spiaggia, in montagna, l’ho usata per andare al ristorante, in pizzeria, per fare shopping. Il mio consiglio, se non avete un’amica capace di aiutarvi e insegnarvi le legature, è di chiamare una consulente diplomata alla Scuola del portare, prenotare un incontro o una lezione di gruppo. Nel giro di due ore vi avrà spiegato gli essenziali e vi avrà consigliato il supporto adatto a voi. Per l’analisi che ho fatto io, le migliori marche di fasce rigide di alta qualità sono: Didymos, Natibaby jacquard, Oscha, Baie sling, Pavo, Linuscka.
La scelta che ho fatto io: il trio mi è stato gentilmente prestato e l’ho restituito quando Elia ha compiuto 6 mesi. In quell’occasione ho comprato il passeggino leggero YoYo BabyZen e il seggiolino Cybex Juno M-Fix. Ho un marsupio Manduca e una fascia di marca non meglio identificabile. Se tornassi indietro, rifarei tutto ma forse mi comprerei una fascia Dydimos.
Shopping list per bebè: igiene
I bagni di casa mia non erano idonei a ospitare un’area cambio quindi ho deciso di allestirla nella stanza di Elia; inoltre confesso che quando aveva quel testone tutto molle che se ne andava qua e là, l’idea di sciacquarlo a ogni cambio nel lavabo con le mani scivolose e il rischio di fare danni mi ha sempre spaventata quindi grazie salviette grazie.
fasciatoio. Mi piacerebbe essere una di quelle mamme minimal che cambia i figli sul letto o sul piano cottura, ma purtroppo non lo sono e secondo me una superficie ad altezza “gomiti” è non solo utile ma fondamentale per evitare il mal di schiena. Il nostro fasciatoio è un mobile Stokke che, una volta privato della superficie “fasciatoio”, diventa una normalissima cassettiera. Ma può andare benissimo un cassettone in camera dei genitori dotato dell’apposito materasso.
mangiapannolini. Uno degli oggetti più utili che abbiamo acquistato: un cestino ermetico per tenerci dentro i pannolini sporchi che si svuota ogni due o tre giorni. Serve a non inquinare la spazzatura di casa con odori nauseabondi. Il Maialino Foppapedretti è il più famoso, io ho il Tommee Tippee che è brutto uguale ma costa meno.
vaschetta da bagno. Potrebbe andare bene una bacinella qualsiasi ma io ne consiglio una col cucchiaio riduttore, cioè quella specie di poltroncina e che serve a non far scivolare il bambino in acqua, lasciando quindi 2 mani libere a chi lo lava. Noi abbiamo preso la Flexi Bath di Stokke approfittando del mega ordine Stokke per la stanza di Elia, ma ce ne sono altre simili e altrettanto valide anche se forse non pieghevoli come questa. So che esistono alcuni fasciatoi con vaschetta incorporata ma sono solitamente poco profonde e quindi utilizzabili per pochissimi mesi.
kit cambio. Gli indispensabili sono kit per la medicazione del cordone, pannolini, salviette umidificate, pasta cambio allo zinco, bagnodoccia/bagnoshampoo, olio da massaggio, una crema idratante viso-corpo, crema solare spray, tagliaunghie. Io ho usato e uso tuttora i prodotti Equilibra Baby che sono buoni, belli, profumati e hanno un INCI perfetto. I prodotti utili anche se non indispensabili nell’immediato sono: acqua di colonia, talco non talco Fiocchi di Riso, pettine o spazzolina, termometro elettronico, kit per il lavaggio nasale. Ovviamente ho anche quelli perché sono schiava del marketing.
asciugamani. Io ho preso quelli col cappuccio zoomorfo perché sono scema, ma in verità vanno bene dei normalissimi asciugamani in cotone morbido.
pannolini. Non so niente di pannolini lavabili o biodegradabili perché non sono sufficientemente coraggiosa e coscienziosa per avventurarmi in questo mondo: quest’estate spero di togliere il pannolino a Elia e dimenticarmi definitivamente la questione. La mia scelta però è andata ai Pampers Progressi perché sono oggettivamente quelli più ergonomici e resistenti: non i Pampers in generale, ma i Progressi. Mio figlio, che mangia come un bove e caga di conseguenza, da quando è nato si è sporcato in 2 sole occasioni. Siccome sento continuamente madri che lamentano esondazioni tipo piena del Polesine mi sento di dire: provateli, magari state usando un pannolino scadente. Costano più di tutti gli altri, ma anche pulire merda costa fatica. Indispensabili anche i teli cambio usa e getta.
Shopping list per bebè: NUTRIMENTO
kit allattamento. Io ho allattato esclusivamente al seno e alla rispettabile età di quasi 18 mesi non ho mai avuto il piacere di somministrare a mio figlio un biberon, quindi non so assolutamente nulla del kit necessario. Sono persuasa che il nostro non sia stato un problema legato al gusto del latte in polvere (perché con il cucchiaio lo beveva) ma proprio alla sensazione tattile data dal lattice in confronto al seno. Dagli torto, tra l’altro. Il mio errore comunque è stato quello di non abituarlo fin da subito al biberon, ma di attendere i 5 mesi, cioè quando mi sono improvvisamente trovata nella necessità di assentarmi 4 o 5 ore e mi sono resa conto di non poterlo fare. Per questo motivo lo svezzamento di Elia è iniziato presto: ho introdotto velocemente la merenda a base di frutta o biscotti proprio per consentirgli di tirare fino a pranzo in mia assenza. Penso che, qualora si sappia già a priori di voler allattare artificialmente sia bene acquistare tutto ciò che serve; se invece si pensa di allattare al seno, una prova col tiralatte andrebbe fatta, quanto meno noleggiandolo in farmacia. Io non l’ho fatto e ho sbagliato. Se tornassi indietro, chiamerei una ostetrica o una consulente dell’allattamento, mi farei spiegare come usare il tiralatte e insegnerei a mio figlio a mangiare indifferentemente dal seno o dal biberon.
seggiolone e sdraietta. Sembrano scelte premature e lo sono, ma io caldeggio fortemente il sistema Stokke Steps che include una base in legno (che è di fatto una sedia alta) sulla quale montare una sdraietta e in seguito un seggiolone. La sdraietta Stokke è stato il prodotto-svolta dei primi mesi perché, pur essendo una normalissima sdraietta “manuale”, è incredibilmente comoda, morbida, accogliente e soprattutto soporifera. È leggera e se piegata diventa piattissima: si può portare a casa di amici, in spiaggia, in piscina, insomma in tutte le occasioni in cui passeggino o carrozzina sono scomode. Visto che per circa 6 mesi il bambino non sa stare seduto, la sdraietta è uno dei pochi modi per farlo essere partecipe della vita domestica, svagarlo e nel mio caso, addormentarlo. Inoltre, siccome si può agganciare alla sedia del sistems Steps e collocare ad altezza occhi, il piccolo può stare a tavola con il resto della famiglia, seguire le conversazioni, vedere i genitori mentre si muovono per la stanza senza perderli di vista, sedere a loro fianco mentre guardano la TV (rivolto al contrario, prima che i miei haters chiamino i servizi sociali). Anche durante lo svezzamento diventa utile, perché aiuta il bambino a mantenere la posizione eretta adatta per deglutire anche quando ancora non sa stare drittissimo nel seggiolone. Il sistema Stokke Steps costa un po’ ma considerate che il seggiolone stazionerà nella vostra cucina circa 3 anni: io sinceramente un ecomostro in plastica con le ruote non avevo voglia di vederlo ogni giorno, ecco.
La sdraietta Stokke, come quasi tutte le sdraiette, ha però un limite: si può utilizzare fino ai 9 kg, dopodiché non svolge più il suo ruolo di rimbalzo e forse non è nemmeno così sicura. Un’alternativa può essere la sdraietta Bouncer Bliss di Baby Bjorn che dura fino a 13 kg ma che io non ho visto mai quindi non so se consigliarla o meno. L’unica sdraietta che può essere utilizzata fino ai 18 kg di cui io abbia conoscenza è la Chicco Balloon Bouncer che noi abbiamo o e che svolge egregiamente il suo lavoro. Sul design, il colore, il tipo di rivestimento e la qualità del tessuto vi dico solo 3 parole: non è Stokke. Ne aggiungo altre tre: e si vede.
La scelta che ho fatto io: Confermo tutte le scelte fatte, ma proverei a usare anche il tiralatte
Shopping list per bebè: abbigliamento
La premessa è che secondo me non vale la pena di spendere sui vestiti dei neonati, eccezion fatta per giacche/giacche a vento/cappottini e, più avanti, per le scarpe. Il primo anno di vita di un neonato è caratterizzato da un ritmo di crescita incredibile, nel giro di 3 mesi i vestiti diventano letteralmente inutilizzabili. La seconda premessa però è che mi piace vestire mio figlio secondo il mio modestissimo gusto, quindi, sebbene il buon senso suggerisca di farmi prestare abiti usati e ne abbia ricevuti un sacco, la verità è che non li ho quasi mai usati perché non mi piacevano. Quindi ho fatto shopping in catene fastfashion e lowcost che, per un motivo che non so spiegarmi, mettono nella preparazione degli abiti per neonati una cura speciale: si tratta di Kiabi e HM Kids. Ho fruito sia dei negozi fisici che degli e-commerce e posso dirvi che sono il giusto compromesso tra costo e qualità. Un’altro e-commerce su cui non ho mai comprato è Patpat ma lo farò a breve. Chiaramente io preferirei comprare tutto da Petit Bateau ma la verità è che non ha semplicemente senso.

Questi sono outfit di Kiabi che Elia ha sfruttato un sacco
A mio parere il kit indispensabile per un neonato sono 10 cambi diurni completi, composti da intimo (body+calzine antiscivolo oppure solo body se è estate) + vestiti (es. felpa+leggings, tutina intera, salopette+maglietta se è inverno oppure pagliaccetto, shorts+maglietta se è estate). Se si ha un’asciugatrice forse anche 6 cambi bastano, ma per quello che costano i vestiti da neonato direi che si può comprare un po’ più del necessario. Per la notte, servono 3 pigiami preferibilmente interi e dotati di piedi se è inverno. Per l’esterno, una giacchetta imbottita col bavero alto, berretto e moffole. Per uscire, scarpine finte che sono superflue eppure bellissime.
Shopping list per bebè: gioco
Resto dell’idea che ai bambini piaccia soprattutto stare addosso alla mamma, succhiare come idrovore ed essere cullati ritmicamente. Tuttavia, può essere una buona idea procurarsi quanto segue:
carillon. Dotato delle classiche musichette che rincoglioniscano il bambino, possibilmente in un formato carino e romantico
palestrina. Ho accarezzato l’idea di fabbricarne una, mi sono crogiolata su Etsy per ore per poi finire da Ikea e comprare la mitica Leka, cioè quella che hanno tutti e che ha svolto benissimo il suo lavoro per circa 3 mesi.
doudou. Secondo i guru della puericultura un oggetto transizionale serve a rassicurare il bambino: io ne ho comprato uno in lana austriaca che sembra un ibrido tra un orso e una pecora e mio figlio l’ha schifato. So che molti altri bambini vivono invece felici col loro straccetto zoomorfo.
Shopping list per bebè: PER LA MAMMA
letture. I libri che io consiglio, che ho letto e variamente recensito su questo blog sono i seguenti
Il linguaggio segreto dei neonati. Un classico che propone un metodo forse non interamente applicabile me che contiene comunque numerosi spunti utili
Il metodo maman. Più divertente che utile, ma aiuta a riflettere sui modelli di maternità diversi dal nostro
Il bambino è competente. Secondo me il più utile tra tutti, propone una idea di genitorialità inclusiva e rispettosa
Il metodo danese per crescere bambini felici. Riprende in alcuni punti i contenuti de “il bambino è competente” e divulga un modello di genitorialità scandinavo e sportivo che mi affascina molto
I no che aiutano a crescere. Diviso in sezioni, ciascuna relativa a una fascia d’età; per ora io ho letto solo quella dedicata ai bambini molto piccoli; forse più adatto dopo i 12-18 mesi
Ero una brava mamma prima di avere figli. Scritto da una giornalista italiana che ha ben 3 bambini, è il più nostrano tra quelli che ho letto. Racconta in modo piuttosto attendibile e colorito le tappe fondamentali dei primi 12 mesi di un neonato (purtroppo c’è solo in e-book)
Mammamia! Scritto da due giornaliste italiane, contiene 88 storie di maternità veritiere che vanno dalla prima infanzia alla preadolescenza, divertenti e a volte commoventi.
Tutto quello che dovresti sapere sul tuo bambino. Una serie di conferenze tenute da Maria Montessori in inglese e recentemente tradotte in italiano (per questo sono molto più semplici!) che secondo me costituiscono un’ottima introduzione al metodo Montessori e ai suoi capisaldi.
Uppa. Che sta per “Un pediatra per amico” ed è la rivista indipendente e senza pubblicità su medicina, psicologia, educazione. Molto spiccia, sintetica e veritiera, promuove l’alto contatto. Della stessa casa editrice, sono disponibili anche alcuni bellissimi manuali sull’arredamento Montessoriano e sull’auto-svezzamento
prodotti per l’igiene e l’allattamento. Il kit minimo include gli assorbenti post-parto, gli slip monouso, le coppette assorbilatte e l’olio Vea per i capezzoli. Io ho trovato estremamente utile la tisana per l’allattamento di erboristeria Melissa ma credo che una qualsiasi tisana contenente Galega Officinalis bada bene comunque. In alternativa agli slip monouso vi consiglio queste eleantissime mutande Cotonella. che sono proprio dotate di una fascia semirigida e adatta a ospitare l’assorbente post parto che all’inizio è spesso come lo zerbino di casa. Io non ho mai posseduto dei reggiseni da allattamento ma ho sempre usato dei reggiseni Tezenis 100% cotone pagati pochissimo, sfruttati molto e finalmente gettati via una volta riprese le proporzioni originali.
Aiuti e supporti. Un compagno comprensivo e collaborativo (questo va comprato a prescindere dalla maternità); una signora che faccia le pulizie, almeno finché non siete di nuovo in forze; una suocera o una mamma che vi cucinino e congelino scorte alimentari; Carrefour, Esselunga e Cortilia che vi consegnino la spesa. Il regalo migliore che potete farvi, soprattutto se non avete mamme, suocere, sorelle disponibili e/o competenti, è un’ostetrica a domicilio che per le prime settimane vi faccia periodicamente visita, vi aiuti con l’esordio dell’allattamento e a prendere confidenza con la situazione. Un circolo per mamme p una ASL dove fare un corso di massaggio noenatale. Il numero di telefono di un osteopata specializzato in prime infanzia; una manciata di opinioni su una buon pediatra possibilmente sotto casa; una farmacia ben fornita, anch’essa possibilmente sotto casa. Tanta pazienza e un po’ di culo.