Posta del Cuore Gennaio 2018
Posta del Cuore Gennaio 2018: DISTANZA
Distanza vive in una città mentre suo marito sta in un’altra dove si è trasferito per un lavoro, ben remunerato e dalle interessanti prospettive. Mentre inizialmente Distanza non avrebbe avuto problemi a raggiungerlo, ora -dopo alcuni anni- è a sua volta contenta del proprio lavoro e non sarebbe così disposta a farlo. La loro vita matrimoniale ricorda un fidanzamento: lavorano molto e stanno lontani dal lunedì al venerdì, si vedono nel weekend quando lui la raggiunge. Il weekend non è emozionante e spesso se lo bruciano in incombenze prosaiche e noiose. È bastata un recente vacanza per recuperare la voglia di stare insieme bene, intensivamente e a lungo: quindi, insomma, non siamo a nessunissimo capolinea.
Cara Distanza, io credo che la cosa migliore sia che le coppie vivano sotto lo stesso tetto perché sono vecchio stampo oltre che vecchia, ma credo anche che transitoriamente si possa tollerare una situazione di lontananza sapendo che ci sono degli innegabili pregi: hai 5 giorni per fare quello che vuoi, a maggior ragione se non hai figli e sei inserita in una realtà lavorativa che ami. Per cui la soluzione finale a questa situazione di stallo la troverai quando andrete a vivere definitivamente insieme. Quello che io t’invito a fare, se posso, è organizzare meglio i tuoi giorni lavorativi per essere davvero “presente” quando tuo marito c’è e trasformare le vostre 48 ore insieme in tempo di qualità: cosa che, mi permetto di giudicare dalla breve email che mi mandi, al momento non accade.
Insomma, fai un po’ come i nonnini pensionati che hanno intere giornate libere ma vanno dal medico a farsi prescrivere i farmaci alle 7:45, poi in posta alle 8 e invece la spesa la fanno il sabato mattina al Carrefour giusto per complicare la giornata a chi alle 9 deve essere al lavoro e vorrebbe fare le commissioni di buon’ora. Proprio perché puoi farlo, svolgi le incombenze prosaiche quando lui non c’è: spesa, lavatrici, pulizie e inezie del genere le puoi benissimo fare in sua assenza. Idem, mi dici che il sabato mattina lavori: pensi che sia possibile modificare questo obbligo? Magari lavorando maggiormente durante la settimana? In questo modo il weekend sarebbe tempo pieno da vivere per fare cose belle o anche solo riposare insieme. Mi permetto di dirti questo perché una volta per me i weekend erano così: pieni di cose interessanti o quanto meno rilassanti. Forse ti piacerebbe che tuo marito ti portasse le borse al mercato e ti aggiustasse il sifone, ma credimi: quando vivrete assieme avrete tempo per dedicarvi alle tristi faccende domestiche.
Più che altro io affronterei la questione professionale: credo che difficilmente tu troverai altrove un lavoro bello e rarissimo come quello che svolgi, ma lui potrebbe svolgere il suo lavoro dove vivi tu? Se un trasferimento è fattibile, io mi chiederei se a lui vada di raggiungerti. Se la risposta è sì e non è follemente innamorato della città in cui vive ora, forse può anche aprire Monster e cercarsi un altro lavoro.
Suggerimenti di lettura: Lacci di Domenico Starnone è un romanzo su un complicato matrimonio a distanza. Non rispecchia la tua storia, ma è una bella storia sulla famiglia.
Posta del Cuore Gennaio 2018: ADVISORY
Advisory è neolaureata e proviene da un percorso in business administration, ma al momento si occupa -con grande soddisfazione- di marketing&comunicazione in una società di consulenza. Un’amica sostiene che questa scelta non sia coerente con la sua formazione e che si sta accontentando. Ora, io non so con quali credenziali professionali una tua amica possa dire questo ma, a meno che la società presso la quale ti trovi non sia un postaccio miserrimo, non vedo una particolare discrepanza tra i due ambiti soprattutto se ti piace ciò che fai.
Per due ordini di motivi: il curriculum accademico di direzione delle imprese è piuttosto generico e dovrebbe includere anche elementi di marketing. In secondo luogo, anche qualora tu volessi puntare direttamente a un ruolo aziendale più strategico, difficilmente farai il top manager o l’amministratore delegato prima dei prossimi 20 anni quindi da qualche parte dovrai pur cominciare!
Solitamente chi arriva a ruoli dirigenziali ha ricoperto posizioni di responsabilità in più di una divisione aziendale. A onor del vero, però, devo dirti che i marketing managers raramente diventano amministratori delegati. Succede più spesso ai finance manager e agli operations manager.
Il mio consiglio è di massimizzare questa esperienza e di cogliere quella che è la più vera e grande opportunità che ti offre un lavoro nel marketing: entrare in contatto con tutte le divisioni aziendali, coordinare fin da subito dei progetti interfunzionali, sfruttare contemporaneamente la tua creatività e le tue doti analitiche. Vai a chiedere a un tuo coetaneo che sta in ufficio amministrazione, se fa anche solo una di queste cose.
Suggerimenti di lettura: mi autocito come fa Berlusconi, e ti invito a leggere i miei post sul marketing e sul lavorare gratis. Se invece vuoi un libro divertente, leggi: “L’uomo di marketing e la variante limone” di Walter Fontana. Io l’ho amato un sacco.
Posta del Cuore Gennaio 2018: retroattiva
Retroattiva sta con un uomo più vecchio di lei, reduce da una storia con un’altra donna: lunga, simbiotica, recentemente terminata. Essa si consuma pensando all’enorme patrimonio condiviso di emozioni, esperienze accumulato dal suo amante, al confronto della quale lei teme di sentirsi sempre seconda.
Cara Retroattiva, hai ragione a dire che sei una seconda: proprio perché la storia del tuo amante si è recentemente conclusa tu non puoi, in termini di “peso emotivo”, competere con questa ex indipendentemente da quanto te lo meriti, quanto ti sbatterai per essere nuova, interessante, unica e speciale (cosa che per altro sei senza dovertelo guadagnare, visto che sei un’altra persona!).
Siamo onesti: quando una persona è appena uscita/o da una storia lunga e a tratti dolorosa non ha la serenità né per infilarsi in una nuova relazione né la voglia di replicare i meccanismi perversi dai quali si è appena liberata/o. Io guardo con un certo sospetto coloro che, appena finita una storia, si gettano a capofitto in una nuova senza leccarsi un po’ le ferite, ripulirsi l’animo e farsi quattro domande. Te lo dico con un po’ di cognizione di causa: anche io, al termine di una storia, ho provato a iniziarne subito un’altra, oppure sono stata la “new entry” nella vita di uno recentemente separato, e in nessun caso ne sono uscita a testa alta. Se la storia che stai iniziando si rivelerà un grande amore -cosa che ti auguro se è ciò che vuoi- ti darà ragione solo il tempo o la tua ostinazione, ma io cautelativamente abbasserei un po’ le aspettative.
Io ho la sensazione che di questo patrimonio condiviso tu non sia tanto gelosa, quanto desiderosa: tu stessa mi dici che non hai mai avuto una relazione completa e totalizzante, quindi questa compenetrazione di vite e vicende ti sembra qualcosa di enorme e a tratti inconcepibile. Ti rassicuro: è una cosa normale tra le coppie di lunga durata condividere tutto o quasi, inclusi i figli -che in questo caso mi pare di capire non ci siano-. Lui non è più “legato” degli altri uomini, non è un osso duro, non è un caso speciale: è solo una persona che ha avuto una vita e una rottura.
Suggerimenti di lettura: l’autoesaltazione è ai massimi livelli, per cui ti invito a leggere i miei post sul foglio bianco e sulla mia verginità perduta. Se invece vuoi ridere un po’ e fare un esercizio di immedesimazione, leggi “La verità, vi spiego, sull’amore” di Enrica Tesio: una giovane donna lasciata, incapace di farsi una ragione dell’accaduto, trova in una bellissima e brevissima nuova storia d’amore la forza per ricominciare.