
Gestire la stanchezza cronica – La mia esperienza
Mi piacerebbe tantissimo dire che non sono una che si lamenta, ma sono così conclamatamente lagnosa che non ci crederebbe nessuno. A mia parziale discolpa esibisco un ventaglio di lamentele piuttosto variegato, il che credo renda le mie lagnanze un po’ più emozionanti: se devi essere frignona, almeno cambia solfa. Il lavoro, il fidanzato, i soldi, il governo, il meteo.
C’è solo una cosa della quale mi lamento sempre, senza sosta né soluzione: la stanchezza. Quella cronica sensazione di spossatezza serale che mi toglie la voglia di leggere, guardare film, uscire, che mi fa dire “i piatti li lavo domani”, che mi fa andare a letto con trucco, che mi fa addormentare mentre addormento mio figlio. Sono anni che mi sento stanca. Un tempo potevo dire che Elia si svegliava 19 volte a notte e che quindi non riposavo abbastanza, ma adesso il problema non dipende dalle mie ore di sonno che raramente sono meno di 8.
La prima cosa che ho pensato è che mi fosse impazzita la tiroide. Come la peggiore delle ingenue sono andata a cercare su Google come si manifesta l’ipertiroidismo: occhi sporgenti (celo), stanchezza (celo), aumento dell’appetito (celo), ansia e nervosismo (celo). Mi ero già rassegnata all’autodiagnosi, quando sono arrivati gli esami e si è appreso che tutti i miei valori, tiroidei e non, fortunatamente vanno benone.
Quindi, appurato che la tiroide è ok, che dormo a sufficienza e che vivo in un Paese in cui la norma è lavorare 40 ore a settimana, mi sono rimasti 3 aspetti su cui agire per gestire la stanchezza cronica: movimento, integrazione e ansia. Prima che mi si metta in croce: in assenza di patologie, non ho consultato specialisti ma ho fatto ciò che ritenevo fosse corretto per me, per il mio fisico (che, presuntuosamente, credo di conoscere) e per la mia routine.
GESTIRE LA STANCHEZZA CRONICA – ATTIVITÀ FISICA
Ho ammorbato tutti su quanto sia dura fare sport da quando ho un bambino e avevo quasi rinunciato all’idea ma poi è successa una di quelle cose piccole che cambiano la prospettiva: una mia collega -ben più sportiva di me- ha chiesto di far installare una doccia in uno dei bagni dell’azienda. Tempo 2 giorni, richiesta accolta, doccino montato, problema risolto: improvvisamente una corsetta in pausa è diventata fattibile! Perché non ci avevo pensato prima io? Semplice, perché fare sport non mi piace e non è una mia priorità.
Sarò sincera: continua a non piacermi. Se in un mondo ideale io avessi 8 ore libere, difficilmente ne riserverei anche solo una allo sport: è più probabile che vada al cinema, cucini una teglia di lasagne, scriva un post, riordini gli armadi e vada al mercato. Per me non funziona nemmeno la storia dello sport come “valvola di sfogo”: se devo sfogarmi, chiacchiero con un’amica e, per come sono fatta io, funziona di più.

(almeno ho le scarpe rosa)
La mia prospettiva è diversa: non usare lo sport per incanalare energia in eccesso, ma per produrla. Questo discorso è vero da un punto di vista scientifico: il movimento genera reazioni chimiche e rilascia ormoni che innalzano il livello di energia e attenzione. Ma poi c’è tutto il resto: sto all’aria aperta, mi riossigeno, mi costringo a non stare al PC, mi regalo un boost di autostima perché -compiendo un atto di pura volontà- faccio una cosa ingrata che mi dà miglioramenti costanti. Corro poco, cioè i 40 minuti che mi permettono di tornare, farmi la doccia, mangiare al volo e rimettermi alla scrivania in poco più di 1 ora. Ma siccome non devo dimostrare niente, non devo perdere peso e non c’è un ispettore che mi controlli, ho deciso che 40 minuti per due volte alla settimana vanno benissimo. A volte corro 12 o 13 minuti, cammino rapidamente due minuti, poi riprendo. Tra un mese correrò 45 minuti senza segni di affaticamento, lo so.
Ho deciso anche che va bene non lavarmi i capelli e restare un po’ spettinata tutto il pomeriggio, visto che non mi sembra che sul mio biglietto da visita ci sia scritto Redattice di Vogue Paris. Vado a correre al Parco della Colletta, da me ingiustamente snobbato in favore del più celebre Valentino: con la primavera sta tirando fuori il meglio di sé e sembra di stare in Scozia! C’è poca gente, molto silenzio, nessuna pressione e, dettaglio non trascurabile, dista solo 4 minuti di corsa dall’azienda. Alle 11:30, mangio una banana così non sono drammaticamente affamata quando inizio a correre.

Ecco uno scorcio
Mentre corro, ascolto su Spotify i podcast cui non posso dedicarmi in nessun altro momento: c’è una sezione delle mie Stories in evidenza in cui recensisco i miei favoriti (sul mio profilo). Ai fini atletici sarebbe molto meglio la musica, ma come dicevo poco fa, I have a dream e quel dream è gestire la stanchezza cronica, non vincere la Maratona di New York.
GESTIRE LA STANCHEZZA CRONICA-INTEGRATORI
Il secondo aspetto su cui ho deciso di agire sono gli integratori. In questo caso mi sono fatta coinvolgere da Vitamina, un’azienda italiana (che no, non è la solita dalla quale compravo!) che produce nei pressi di Firenze e distribuisce i propri prodotti solo online.
Il primo punto di forza del brand è appunto il test iniziale che porta l’utente, rispondendo a una serie di domande, ad assemblare il suo kit di 4 prodotti: questo significa che non si è lasciati soli nella scelta, non ci sono rischi di sovradosaggio né ci creano cocktail strani perché il sistema permette di “combinare” solo ingredienti solidali o addirittura sinergici. I 4 flaconi arrivano in un kit da 30 giorni corredato di schede descrittive e portapillole per il consumo fuori casa: le indicazioni contenute nelle schede riportano informazioni aggiuntive oltre a quelle previste sul pack e indicazioni sulle modalità di consumo. In sostanza, si ha già tutto quello che serve: l’unico “dovere” è aderire al programma assumendo regolarmente tutti e 4 i prodotti (quella che i farmacisti chiamano compliance, scusate se sono una ex addetta ai mestieri).

Portapilloliny da nonniny
L’ultimo plus che vale la pena sottolineare è il prezzo: si parte da 6 euro fino a un massimo di 14 euro a flacone, quindi il kit quasi mai costa più di 56 € (il mio ad esempio ne costa 38 €). Vi invito fin da subito a fare il test per determinare il mix e acquistarlo col 20% di sconto sul sito di Vitamina con il codice GYNEPRAIO20
Chiaramente lo sconto è valido anche per l’acquisto di integratori singoli, non occorre per forza acquistare un kit, anche se questa è la modalità di consumo preferenziale. Il mio kit anti-stanchezza include: magnesio, B-complex (prodotti che ho assunto spesso in passato per migliorare i miei livelli di energia), Ananas con Bromelina e Vitamina D3. Quest’ultima per me è stata la scoperta più importante perché non l’avevo mai acquistata, convinta che il mio sistema scheletrico non ne avesse bisogno. Probabilmente le mie ossa stanno bene, ma questo non significa che, come molti miei connazionali che vivono al chiuso e passeggiano poco, non ne sia carente. Sono reduce da un inverno passato indoor al 99%, non mi espongo al sole da mesi (e anche quando mi esporrò dovrò farlo con cautela visto che mi sto riempiendo di macchie) e mi si prospetta una estate di pause pranzo al PC quindi ecco, ben venga la Vitamina D3.

Ecco il mio kit
Si tratta di prodotti ben formulati e ben confezionati: sono compresse gradevoli, facilmente deglutibili e “filmate” cioè leggermente colorate (scusate ma nel 2019 le compresse giganti, marroncine e puntinate non si possono vedere).

Coloriny Pastelliny
Il kit Vitamina si può acquistare mensilmente, su abbonamento multimensile e può anche essere regalato con garanzia di bella figura, visto che si tratta di un cofanetto carino, personalizzato e spedito in sole 72 ore.

Immagine fornita da Vitamina in quanto Elia ha stracciato il mio cofanetto
GESTIRE LA STANCHEZZA CRONICA-PRENDERLA UN PO’ MENO SUL PERSONALE
Il che vuol dire tutto e niente, ma che si riassume nello scrollarmi di dosso un po’ di ansie fini a se stesse. Mi ha incoraggiato, in questo senso, la lettura di “La società della performance” di Maura Gangitano e Andrea Colamedici. Non mi dilungo troppo perché spero di parlarne meglio in altre occasioni (I have another dream: riunire tutti i saggi che ho letto quest’anno in un post di consigli pre-vacanzieri) ma se volete una critica positiva e totalmente condivisibile c’è quella di Valentina Aversano (una delle poche autrici che riporta citazioni molto rappresentative dell’opera, brava brava brava).
Non tutte le mie ansie hanno un’origine “social”, anzi ne ho alcune molto tradizionali: mio figlio non viene ammesso in nessuna delle scuole dell’infanzia pubblica a cui ho fatto domanda, 8 ore al lavoro che non bastano mai, il mio capo che mi cazzia un giorno sì e l’altro pure, libri che ho accumulato sul comodino e non ho tempo di leggere, ricordarmi improvvisamente che Elia sta per compiere 3 anni e non gli ho ancora tolto il pannolino, ascoltare un discorso di Greta Thunberg e rendermi conto che per l’ambiente non faccio un cazzo…Cose così, ne avevo già parlato tempo addietro.
Ma sicuramente dalla vita online derivano le ansie peggiori, le più sterili, quelle di cui voglio liberarmi: mi capitava, aprendo Twitter, di trovare tutti intenti a conversare su un argomento di pseudoattualità che mi ero persa e di sentirmi una outsider. È precisamente quella sensazione che sto cercando di non avvertire più, e a tal fine sto provando a stare meno su Internet, espormi meno alle vite degli altri e non fare sforzi per far sembrare la mia esistenza inutilmente “levigata”.
Una volta mi sarei sentita inadeguata per non aver contribuito e aver detto la mia su alcuni temi caldi: parliamo di gravissimi First World Problems, tipo il programma del Fuori Salone o cosa fare durante il gigaponte Pasqua- 25 Aprile-1 Maggio. Ebbene: non sono riuscita a vedere manco una installazione della Milano Design Week, non ho fatto neanche un giorno di ferie e ho passato più di 1/4 del weekend di Pasqua in coda sulla A14. Va bene ugualmente, tutti mi vogliono comunque bene, posso essere una cittadina onesta e magari anche una persona interessante anche se faccio poche Stories dal soggiorno di casa mia: rigorosamente con occhiaie e capelli spettinati, esclusivamente se ho qualcosa da dire o da dare.
Vincenza Longo
Aprile 29, 2019 at 7:17 am
Grazie Valeria,
delle tue perle di saggezza, continua così. Ho letto il tuo libro molto bello, lettura scorrevole e piacevole.
Ti auguro di trovare il tempo per scriverne altri, e di non cambiare mai, sei una persona vera, con tutti i pregi e i difetti, ma fanno di te una persona unica.
gynepraio
Aprile 29, 2019 at 9:36 am
Grazie mille, speriamo di farcela a fare tutto ciò che mi auguri!
Roberta
Aprile 29, 2019 at 12:17 pm
Grazie del post Valeria, non sei l’unica a portarsi sulle spalle un bel po’ di ansie e concordo in maniera particolare su quelle generate dai social, che dovrebbero essere un modo di divertirsi o di aiutarci e non una fonte di stress! E potrei quotare parola per parola il passaggio in cui dici che nel tempo libero sceglieresti di fare altro che correre, per me vale per tutti gli sport! 🙂 E’ molto bello leggerti perché può anche essere che tu sia una persona lamentosa, ma sicuramente sei anche una persona che si rimbocca le maniche e si attiva per risolvere i problemi, cosa che si può dire di poche, pochissime persone! In bocca al lupo per il tuo percorso rigenerante!
gynepraio
Aprile 30, 2019 at 10:59 am
Crepi il lupo e an che la stanchezza.
Sara
Aprile 29, 2019 at 1:55 pm
Grazie Vale, ho letto con attenzione questo post perchè mi riguarda da vicino, ahimè.. Già ordinato le pilloline! Grazie della dritta e dello sconto, a presto. Utile come sempre <3
gynepraio
Aprile 30, 2019 at 10:58 am
Io mi sono trovata molto bene -combinando tutte le cose descritte nel post- e spero che funzioni per tutti analogamente!
Michela
Aprile 29, 2019 at 10:58 pm
Mi piacciono i tuoi post perché sono sempre ricchi di spunti e di autenticità. Grazie, Valeria!
gynepraio
Aprile 30, 2019 at 10:57 am
Grazie a te per prenderti il tempo di leggerli!
Silvia
Aprile 30, 2019 at 9:47 am
Ti ho scoperta da poco e mi piace un sacco leggerti!
gynepraio
Aprile 30, 2019 at 10:57 am
Grazie mille per la fiducia!
Raffaella
Maggio 5, 2019 at 12:54 pm
Ciao Vale,
sei davvero unica, anch’io mi lamento sempre, del lavoro, dei colleghi, dei figli, del marito (soprattutto) …a volte anche di me stessa perché odio “trovare sempre qualcosa che non va”, cerco di cambiare …ma niente da fare , non ci riesco . Ormai a 50 e più ..anni che mi frega !! Comunque grazie x i tuoi post sono sempre molto utili. Proverò anche le vitamine
gynepraio
Maggio 24, 2019 at 12:07 pm
In bocca al lupo, fammi sapere come ti trovi!
Elena
Maggio 5, 2019 at 1:22 pm
Grazie Valeria,ti leggo sempre volentieri e grazie al tuo post ho fatto un weekend delizioso nella tua Torino. Ho appena fatto l’ordine su Vitamina,speriamo mi aiuti. Dovrò poi anche trovare la forza di iniziare con il movimento. Un abbraccio
Elena
gynepraio
Maggio 24, 2019 at 12:06 pm
Ce la farai, ne sono sicura!